I vertici l'hanno detto chiaro e tondo: cinque milioni di tagli entro il 2012 o l'Amt di Genova si troverà in pieno baratro. E' successo nella prima seduta del tavolo con i sindacati, oggi 6 agosto, nella sala polivalente di via Bobbio, nel capoluogo ligure. I manager dell'azienda che gestisce il trasporto pubblico, quindi, sembrano aver abbandonato la linea più dura, ma i problemi restano. Si parla di 22 milioni di euro di passivo.

L'apertura della trattativa è in linea con le richieste di prudenza avanzate dal sindaco Doria dopo la burrascosa seduta del consiglio comunale di martedì scorso, in cui si è addirittura deliberata la possibile privatizzazione dell'azienda. Il sindaco ha chiesto un confronto chiaro, e spinge affinché si recuperi liquidità, anche attraverso una umentro di produttività e una riduzione del costo del lavoro.

Il piano industriale, però, al momento è stato solamente abbozzato e sarà oggetto del confronto con i sindacati. Per ora,dunque, lo sciopero è scongiurato ma resta il nodo dei bilanci. Le organizzazioni sindacali comunque affermano di non essere disponibili a sottoscrivere accordi che, in contrasto con quello stipulato il 7 giugno dell’anno scorso, prevedano l’aumento dell’orario di guida, la riduzioni dei riposi, decurtazioni salariali e diminuzioni di organico senza idonei ammortizzatori sociali e adeguato sostegno al reddito.

Per chiarirlo hanno anche organizzato uno sciopero
degli impiegati e un presidio per oggi. Anche se non c'è stata alcuna interruzione del servizio. I bus dunque hanno viaggiato regolarmente. Diversamente da quanto succederà l’11 settembre, data in cui è previsto uno sciopero di 24 ore.

“Innanzitutto l'azienda deve rimanere pubblica – afferma Marco Libertini, rsu Atm ai microfoni RadioArticolo1 - perché c'è stato un referendum in cui i cittadini si sono espressi chiaramente contro le privatizzazioni, e quella scelta non riguardava soltanto l'acqua, ma tutti i servizi pubblici. Eppoi i sacrifici che ci chiedono oggi sono sacrifici fini a se stessi, perché non c'è un progetto, non c'è una prospettiva”.

“La privatizzazione sarebbe un passo rischiosissimo”, dichiara poi Andrea Gamba della segreteria Filt Cgil Liguria. “Sull'Atm – svela ancora Gamba- c'è già l'interessamento di Trenitalia, che si è fatta avanti per l'azienda di trasposto pubblico di Firenze. Lì già si parla di oltre duecento esuberi. Un'operazione del genere sull'Amt, che è molto più grande potrebbe portare a 350 posti di lavoro a rischio. La nostra proposta è quella di spostare la trattativa in regione. Ci sono i fondi europei che si possono attivare e poi sappiamo che il governo ha attivato un fondo per le aziende di pubblica utilità. Sono possibilità cose che non sono state minimamente prese in considerazione. Si pensa solo ai tagli al servizio e al costo del lavoro non salvare davvero l'azienda”.