Genova è l’unico caso in Europa in cui un corpo d’armata tedesco si sia arreso a formazioni partigiane: quando le truppe alleate arrivarono in città, la trovarono già liberata e avviata verso la normalità. L’Archivio storico Cgil nazionale conserva due importanti documenti relativi all’accaduto: l’atto di resa del generale tedesco Gunther Meinhold e dei suoi soldati sottoscritto dall’operaio Remo Scappini, presidente del Comitato di liberazione nazionale della Liguria il 25 aprile 1945, e la cronaca (anonima) dattiloscritta delle giornate precedenti la resa.

Una copia di questo importante documento fu donata alla Cgil dal sindaco di Genova Gelasio Adamoli, in occasione del secondo Congresso confederale (4-9 ottobre 1949) con la seguente dedica: “Alla Cgil: Genova partigiana, orgogliosa di ospitare il secondo Congresso nazionale unitario. Gelasio Adamoli”. Lo stesso documento è attualmente esposto nella sala riunioni della segreteria presso la sede nazionale della Cgil in corso d’Italia 25.

In Genova il giorno 25 aprile 1945 alle ore 19:30, tra il sig. Generale Meinhold, quale Comandante delle Forze Armate Germaniche del settore Meinhold, assistito dal Capitano Asmus, Capo di Stato Maggiore, da una parte; il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall’avv. Errico Martino e dott. Giovanni Savoretti, membri del Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria e dal Maggiore Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova, dall’altra; è stato convenuto:

1. Tutte le Forze Armate Germaniche di terra e di mare alle dipendenze del sig. Generale Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Corpo Volontari della Libertà alle dipendenze del Comando Militare per la Liguria;

2. la resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo con la consegna delle armi;

3. il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si impegna ad usare ai prigionieri il trattamento secondo le leggi internazionali, con particolare riguardo alla loro proprietà personale e alle condizioni di internamento;

4. il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si riserva di consegnare i prigionieri al Comando Alleato anglo-Americano operante in Italia”.

Del documento con la cronaca delle vicende dei giorni precedenti la Liberazione di Genova – consultabile nella sua interezza presso l’Archivio storico Cgil nazionale – riproduciamo, in esclusiva, la prima pagina (di sette).

Ai primi di marzo del 1945 il Gen. Meinhold, comandante tedesco della Piazza di Genova e del settore che si estendeva da levante a Voltri e all’interno fino a Savignone, lasciava intendere al prof. Antonio Giampalmo, assistente all’Istituto di Anatomia patologica dell’Università di Genova, col quale era in rapporti di amicizia, che sarebbe stato disposto, per meglio concretare il suo desiderio di risparmiare la città in caso di guerra combattuta, a eventuali contatti con qualche membro accreditato delle forze patriote”.

Fu così che il Giampalmo interpellò il prof. Carmine Alfredo Romanzi (scienziato, rettore dell’Università di Genova e presidente della Conferenza dei rettori europei, tra i protagonisti della firma dell’atto di resa delle truppe tedesche nelle mani del Cln Liguria il 25 aprile 1945, insignito di medaglia d’argento al valor militare, cittadino onorario della città di Genova, ndr), assistente all’Istituto d’igiene dell’Università, rappresentante del Partito d’Azione nel C.L.N. dei Medici e nel C.L.N. della Scuola Universitaria, chiedendogli se fosse stato a sua volta disposto ad incontrarsi col comandante tedesco”.

Il Romanzi rispose che avrebbe riferito e chiesto al C.L.N. della Liguria l’autorizzazione. Il 3 aprile il Romanzi poteva incontrarsi con l’avv. Mario Cassiani Ingoni (Carrara), rappresentante del Partito d’Azione nel C.L.N. Liguria, al quale riferiva e chiedeva istruzioni. Due giorni dopo l’avv. Cassiani rispondeva al Romanzi che il C.L.N. come organo politico, non poteva consentire alcuna trattativa, ma che egli avrebbe dovuto rivolgersi al Comando Militare Regionale. Romanzi si mise allora in relazione con questo comando attraverso l’avv. Giovanni Trombetta (Col. Tomasi), vice comandante militare regionale, e il rag. Giuseppe Ferrari (T. Col. Negrini), vice comandante della Piazza di Genova, i quali lo autorizzarono a prendere i contatti”.

Fu così che l’11 aprile 1945 alle ore 22 il gen. Meinhold e il prof. Romanzi si incontrarono all’Istituto di Anatomia Patologica dell’università a San Martino. Il colloquio si protrasse fino alle due del mattino: in esso si ebbe un primo scambio di idee e furono fatte varie proposte, tra cui principalmente quella di concordare una ritirata indisturbata delle truppe tedesche dalla zona con una progressiva sostituzione delle forze partigiane, che Romanzi si riservava di sottoporre all’approvazione del Comando militare regionale. In questo colloquio il Gen. Meinhold assicurò il Romanzi che nessun’altra trattativa era in corso. I risultati del colloquio vennero trasmessi al Comando Militare regionale il quale incoraggiò il Romanzi a continuare le trattative. Si ebbe un secondo colloquio fra il gen. Meinhold, il capo di Stato Maggiore tedesco Asmus e il dott. Romanzi, presente il prof. Giampalmo … segue”.

Ilaria Romeo è responsabile Archivio storico Cgil nazionale

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