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È “guerra” di cifre tra Nidil Campania e l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri. Al centro del contenzioso la misura di Garanzia Giovani e il suo abuso, più volte denunciato dalla categoria che organizza le nuove identità lavorative, nella pubblica amministrazione. In Campania il fenomeno ha determinato la nascita di un coordinamento regionale che, con la regia del sindacato, riunisce e organizza già oltre 800 ragazzi. Giovani impiegati negli uffici comunali e di altri enti pubblici che rivendicano un attestato o la possibilità di entrare in una white list.
Il programma Garanzia Giovani è il piano europeo per la lotta alla disoccupazione volto a stimolare la partecipazione nel mercato del lavoro dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni attraverso investimenti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro. In Campania è stato un boom di adesioni, a dimostrazione della fame di lavoro dei giovani presenti sul territorio. Una richiesta soddisfatta però soltanto a parole e che rischia di rivelarsi un boomerang. Eppure per l’assessore il programma è un successo: “Garanzia Giovani – ha dichiarato – continua ad andare avanti spedita nella nostra regione, per attestarsi sempre più come una misura strutturale”.
Soltanto nel periodo tra luglio e ottobre, sono circa 11 mila i nuovi tirocini approvati. Più nello specifico, 4.667 a luglio, circa 2 mila a settembre e 4.494 al 17 ottobre. Non solo. Dall’introduzione nel 2015 del bonus occupazionale, sono state più di 5 mila le assunzioni di giovani Neet nella regione, mentre sono stati prorogati per altri 6 mesi i tirocinanti delle categorie protette. Un quadro che, almeno in apparenza, non sembrerebbe poi così malvagio, ma che deve fare i conti con il bagno di realtà di cui si è fatto promotore Nidil Campania, che ha prontamente ribadito come con i circa 7 mila tirocini nella pubblica amministrazione e senza alcuna prospettiva, il settore si sia trasformato, di fatto, in un promotore di precarietà.
“L’utilizzo spropositato di tirocini – avvertono Angelo Savio e Andrea Pastore, di Nidil Campania, che seguono ormai da mesi la vicenda – cozza con la natura prospettica della misura in termini occupazionali, non avendo i partecipanti nessuna possibilità di proseguire in questo percorso se non per le vie concorsuali”. Una via che potrebbe aprirsi a novembre per effetto dei decreti attuativi legati alla riforma Madia. E allora l’immediato confronto con la Regione diventerebbe più di una necessità. E invece l’assessore Palmeri preferisce polemizzare sulle cifre e, attivissima sui social, personalizza lo scontro.
Così la vertenza diventa un caso, buono per riempire le colonne della stampa locale. Ma Nidil non ci sta e rimette il terreno della discussione su un piano fattivo: “Abbiamo chiesto alla Regione una proroga della misura – spiegano Savio e Pastore – per evitare la dispersione dell’esperienza acquisita dai ragazzi negli enti pubblici”, e ancora, rispetto ai pagamenti, sottolineano come “quasi la metà dei tirocinanti, il 40% circa, attende di essere remunerato per lo stage svolto”. Denunce naturalmente riprese anche dal coordinamento campano dei tirocinanti della Garanzia Giovani nella pubblica amministrazione, che — in merito alla vertenza — ha messo insieme un pacchetto di richieste.
Si va dalla proroga dei tirocini, come già avviene per i precari della giustizia nei tribunali, in modo da venire incontro anche alla cronica e grave carenza di personale nel settore pubblico, al riconoscimento dei tirocini svolti negli eventuali e futuri concorsi pubblici, con la previsione di specifici titoli e punteggi, all’istituzione di un tavolo tecnico permanente a livello regionale per la risoluzione di tutte le criticità e vertenze irrisolte, a cominciare dai mancati pagamenti.
Richieste da tempo sostenute e riportate dalla categoria dei lavoratori atipici e a cui l’assessore Palmeri ha preferito rispondere con piglio polemico: “Sono 2 mila, e non 7 mila, i tirocini nella pubblica amministrazione”, e postando la storia di Silvio e Yuriy, “giovanissimi diplomati dell'istituto Righi di Napoli, assunti dopo il percorso con Garanzia Giovani presso la Blue Engineering Srl di Pomigliano”. Pronta la risposta di un’utente, ferma nel dichiarare: “Mi fa piacere per questi ragazzi, ma per noi che abbiamo fatto un tirocinio nella pubblica amministrazione e non abbiamo prospettive future, bisogna creare qualcosa e porre rimedio a questa situazione”.
Sono tante, del resto, le storie di giovani nelle quali il lieto fine non è affatto scontato. A cominciare da quella dell’impiegato in uno dei più grossi Comuni della regione, a cui hanno dimenticato di fare il Pip, il Piano di intervento personalizzato, e che rischia di perdere il contributo. “Sulla questione – rassicura il Nidil – ci siamo mossi. Sono state individuate le responsabilità e messe a posto le procedure. Non ci resta che aspettare la firma del Centro per l’impiego”. Senza dimenticare la vicenda del giovane disabile, anche lui impiegato in un Comune, che aspetta da oltre un anno e mezzo di essere chiamato, e quella dei rimborsi non ancora erogati.
Casi non certo isolati, a cui Nidil continua a dar voce con fare attivo e dialogante. In una parola, senza polemiche: “Siamo consapevoli, e come potrebbe essere altrimenti, del fatto che questa vicenda nata nella passata legislatura ha avuto strascichi nell’attuale – è scritto in una lettera aperta indirizzata all’assessore regionale al Lavoro –. E tuttavia lei converrà con noi sul fatto che un tirocinio effettuato con grande spirito di abnegazione da giovani campani a supporto degli enti pubblici non può chiudersi con un ‘arrivederci e grazie’, disperdendo la formazione e le competenze acquisite in tale percorso. Le chiediamo pertanto, vista la complessità della vicenda, di aprire un confronto proficuo non solo su Garanzia Giovani, ma su tutto ciò che lega a doppio filo la mancanza di lavoro e la fuga dei nostri ragazzi”.
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