Allargarsi per ampliare la rappresentanza. Contaminarsi, uscendo sempre di più dalle strutture, per 'vivere' i luoghi di lavoro, fianco a fianco con le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici. Includere tutte e tutti coloro che, tra pubblico e privato, garantiscono a questo paese i servizi pubblici. Con questi obiettivi la Fp Cgil nazionale ha dato il via libera lo scorso ottobre all'Assemblea generale e, 'dando gambe' a questa pratica, l'ha riunita oggi (19 dicembre) al Centro congresso Frentani di Roma, segnando così un grande risultato: dall'essere stata la prima categoria della Cgil a costituirla al primato anche nella sua convocazione. 

Ma cos'è l'Assemblea generale? È quell'organismo nato dalla Conferenza d'organizzazione della Cgil dello scorso settembre, declinato dal processo di autoriforma avviato dalla Fp, composto in maggioranza da attivisti dei luoghi di lavoro, con il compito, tra le altre cose, di discutere e deliberare in ordine alle linee programmatiche e di indirizzo. Le lavoratrici e i lavoratori, le delegate e i delegati, insieme alle Rsu, entrano con ancora più forza nei processi decisionali della Funzione pubblica. Trasformando, allo stesso tempo, quest'ultima, rendendola sempre di più un soggetto collettivo, frutto di un ampliamento della rappresentanza.

Tradotto nella pratica, la Fp Cgil ha individuato 93 lavoratrici e lavoratori - divisi tra un 51% proveniente dai settori pubblici e il restante 49% dai settori privati - che, integrando i 142 componenti del comitato direttivo, costituiscono l'Assemblea generale. Il tutto per un totale di 235 unità, con una netta maggioranza di donne e una significativa presenza di lavoratori migranti. Non è un caso che alla presidenza dell'Assemblea generale, è stata oggi eletta Camelia Munteanu, di origini rumene e dal 2003 in Italia, operatrice socio-sanitario della cooperativa Punto Service di Torino.

Nelle parole della segretaria generale della Fp, Rossana Dettori - che ha aperto i lavori ricordando a tutti di 'non fare la spesa oggi, giorno dello sciopero 'Fuori tutti' delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio' -, la rivendicazione dell'orgoglio pubblico, del ruolo del lavoro pubblico come collante che tiene insieme questo paese, nonostante una campagna continua di delegittimazione. “Questo governo - ha detto Dettori - pratica un'idea, che il lavoro pubblico può essere sostituito da quello privato, strumentalizzando fatti come quelli accaduti di Sanremo. Vicende che abbiamo condannato e ritenuto essere inaccettabili ma che non possono essere usate per mettere in discussione diritti acquisiti, nonché il valore e il ruolo del lavoro pubblico”. 

Elementi, questi ultimi, che devono trovare riconoscimento nel rinnovo dei contratti nazionali, come la grande manifestazione del 28 novembre (e poi il presidio del 15 dicembre) 'Contratto subito, Pubblico 6 Tu' ha dimostrato. “La nostra mobilitazione - ha affermato Dettori - ha portato a casa primi risultati, a partire dallo stato del confronto con l'Aran sulla riduzione dei comparti per arrivare, più in generale, ai passi indietro fatti dal governo sul taglio del Fua e sulla chiusura delle prefetture. La dimostrazione di come mobilitarsi, partecipare, serva. Per questo non molleremo, ma - ha annunciato la numero uno della Fp Cgil -, a partire da gennaio, rilanceremo con più intensità: contro l'attacco al lavoro pubblico, contro il tentativo di ridurne il perimetro, per un contratto vero e dignitoso. Questa battaglia la vinciamo, insieme ce la faremo”.

Dopo gli interventi dei neoeletti componenti dell'assemblea, la conclusione nelle parole del segretario confederale della Cgil, responsabile d'organizzazione, Nino Baseotto, che ha esordito esprimendo solidarietà a un sindacalista della Fp Cgil, Marco Zatini, oggetto di un'aggressione a Firenze mentre manifestava in solidarietà con i lavoratori del commercio in sciopero. E proprio in relazione a questo, Baseotto ha affermato: “Il successo dello sciopero del commercio è un segnale importante in una stagione dove abbiamo scelto di dare priorità al rinnovo dei contratti, dicendo, come Cgil, che una volta avviata la stagione contrattuale saremmo stati pronti a definire con Cisl e Uil una proposta unitaria per un nuovo modello contrattuale”. Impegno mantenuto dato che, ha fatto sapere il segretario confederale Cgil, siamo a un passo dall'accordo unitario su di un nuovo modello. Un segnale importante e forte da mandare al governo che, secondo il dirigente della Cgil nazionale, “non ha più alibi: i contratti si devono rinnovare e che loro devono, come datore di lavoro, rinnovare i contratti pubblici”, smettendo così di essere “un cattivo datore di lavoro”.

Infine, dopo aver ricordato alla platea dell'Assemblea generale della Funzione pubblica il prossimo cruciale appuntamento della confederazione tutta, ovvero la proposta di una 'Carta dei diritti universali del lavoro', Baseotto ha affrontato il punto 'organizzativo'. “Oggi è una bella giornata - ha precisato il responsabile d'organizzazione di corso d'Italia - perché qui si riunisce la prima Assemblea generale. Un primo passo da riempire, dando attuazione alle decisioni della Conferenza d'organizzazione, nella direzione di maggiore democrazia e partecipazione per cambiare la Cgil. È inutile nasconderlo: ci attende un 2016 straordinariamente impegnativo; serve militanza, dedizione e senso di appartenenza al sindacato da parte di tutti per vincere le sfide che ci siamo proposti”, ha concluso Baseotto.