Altro che “autonomia dei veneti” La Regione non è nemmeno in grado di emanare una legge di riforma delle Ipab, lasciando il settore nel caos. Lo denuncia la Fp Cgil del Veneto, allarmata dal proliferare di scelte privatistiche adottate, struttura dopo struttura, nell’ultimo periodo: “Non solo si è assistito a trasformazioni in fondazioni, ma addirittura si è arrivati al caso di case di riposo affidate, con gestioni trentennali, a cooperative, quale la Ca’ dei Nonni di Albaredo d’ Adige, ora governata dalla coop Csa di Mantova. Il tutto senza un indirizzo comune e senza relazioni ed interconnessioni con il territorio per portare a sistema il servizio assistenziale socio-sanitario del Veneto”.

A tutto questo, secondo la Fp, va posto un argine e la legislazione sul settore, attesa da 15 anni, deve essere uno dei primissimi impegni della nuova amministrazione regionale, chiamata a ribadirne il ruolo pubblico e fissare il livello e la qualità delle prestazioni in un universo costituito da circa 200 strutture (di cui 110 per anziani) con circa 25.000 assistiti e 10.000 operatori e che assorbe fior di contributi pubblici, oltre alle rette in carico alle famiglie.
Per questo la Fp ha lanciato l’appello in occasione della prima seduta del Consiglio regionale cui chiede di “fermare i processi di trasformazione che non sono ricondotti ad una normativa regionale e di procedere alla riforma delle Ipab”

“È ora che la Regione Veneto eserciti il proprio ruolo legiferando la trasformazione delle Ipab – dichiara Palma Sergio, segretaria regionale della Fp Cgil – e che ne tuteli la natura pubblica ed un servizio di qualità pensando alle Ipab anche come strutture aperte e flessibili all'interconnessione territoriale (assistenza domiciliare) e come luoghi di incontro ed interazione intergenerazionale. Bisogna sottrarre le Ipab agli appetiti dei privati valorizzandole ed utilizzandole fattivamente nello sviluppo della rete territoriale dei servizi”.