"Con la controriforma del Lavoro del Governo Renzi l’Italia si appresta a fare un ulteriore salto indietro nel tempo per quanto riguarda i diritti dei lavoratori". Lo dichiara il segretario generale della Fiom Cgil Toscana, Massimo Braccini.

"Il Jobs Act - spiega - segna l'epilogo finale del diritto del lavoro e abbiamo il dovere di contrastarlo attraverso l'azione contrattuale, giuridica e legale, non escludendo di poter ricorrere anche ad un apposito referendum. Una moderna società non si può fondare sull'arretramento dei diritti dei lavoratori, ne si può pensare che il lavoro con meno tutele possa portare il paese verso il progresso".

"Si sta consegnando il destino dei più deboli nelle mani dei più forti, la crisi è servita ai governi per per attaccare il lavoro e renderlo più debole, meno tutelato, così come indicato dalle Bce e dalla Troika. Questi Governi non hanno ricevuto nessun mandato democratico dai cittadini per compiere questo scempio verso i diritti di chi lavora e quindi si pone anche un serio problema democratico".

"Avvieremo - inoltre - una grande campagna democratica di informazione nei luoghi di lavoro in tutta la Regione, per poi arrivare all'assemblea regionale e quella nazionale dei delegati per definire il programma di iniziative sindacali da portare avanti contro il Jobs Act, per riconquistare un vero Contratto collettivo nazionale di lavoro e per definire un'azione mirata nei rinnovi dei contratti aziendali".

"Abbiamo l'obbligo di protestare in nome della costruzione di una società moderna fondata sulla democrazia, l'eguaglianza, la giustizia sociale. Decideremo tappe e modalità della moblitazione il 9 Febbraio prossimo a Firenze nell'assemblea regionale delle delegate e dei delegati toscani", conclude il sindacalista.