Per il terzo giorno consecutivo proseguono le mobilitazioni dei lavoratori della Fincantieri che denunciano il clima venutosi a creare all?interno del sito produttivo di Genova Sestri Ponente. 'Gli atteggiamenti della direzione aziendale, ai limiti della legalità e in contrasto con lo Statuto dei lavoratori, hanno creato una tensione che dura da oltre un anno' spiegano Walter Fabiocchi (segretario generale della Camera del lavoro) e Antongiulio Mannoni (responsabile Cgil Dipartimento Settori produttiv)i. La Cgil genovese è solidale con i lavoratori e chiede 'che in tempi rapidi sia ripristinato un clima di rispetto della dignità e dei diritti elementari della persona all?interno del cantiere, sia per i dipendenti Fincantieri sia per i dipendenti delle ditte di appalto, i più ricattabili ed esposti agli atti unilaterali della direzione. L?azienda ha tutti gli strumenti di legge e contrattuali per accertare i comportamenti illeciti individuali, garantendo sia i propri interessi, sia il diritto alla difesa e all?equità dell?eventuale sanzione'. Continua la nota sindacale: 'A questo punto è però necessario fare un po? di chiarezza: la vertenza sulla vigilanza è solo l?ultimo capitolo di una serie di problemi che si sono aperti nell?ultimo anno. Una delle vertenze più complesse in questa azienda è quella relativa alla sicurezza sul lavoro. È proprio la sicurezza infatti a fare le spese di un modello produttivo non più sostenibile, quello fondato su appalti e subappalti; questa realtà ha snaturato la composizione stessa del cantiere: a differenza di un tempo in cui i dipendenti diretti erano la maggioranza in azienda, assistiamo oggi a un ribaltamento spaventoso con 800 lavoratori diretti e più di 2.000 lavoratori in appalto'. E così concludono Fabiocchi e Mannoni: 'Crediamo pertanto che la discussione debba svolgersi sul modello produttivo, che anche in questi giorni si è palesemente rivelato non più sostenibile, evidenziando come il ricorso abnorme agli appalti abbia determinato la crisi stessa del sistema, nel quale brilla la pochezza degli investimenti per i cantieri liguri, e nel quale la competitività è ancora ricercata solo attraverso la compressione del costo del lavoro e non attraverso l?innovazione. Questo clima di tensione non facilita l?apertura del confronto e la strada del discredito indiscriminato sui lavoratori ed il sindacato che li rappresenta, che una parte del managment sembra avere scelto, è senza uscita. È per questo che è stato chiesto l?intervento del Prefetto di Genova, auspicando che, al più presto, si ritorni ad un clima di relazioni sindacali improntato al rispetto delle leggi e dei contratti e con il quale si possa discutere serenamente del futuro di una azienda che rappresenta un fiore all?occhiello dell?industria italiana, soprattutto grazie ai suoi lavoratori'.