"Il rosario di morti, conducenti professionali di mezzi pesanti, sulle strade e autostrade venete oggi si è nuovamente allungato. Al tamponamento tra mezzi pesanti sull'autostrada A4, dopo il casello di Soave, senso di marcia direzione Milano, con un conducente professionale morto e un ricovero ospedaliero, ha fatto corollario come dinamica il grave incidente capitato a Portogruaro, con un altro conducente professionale gravemente ferito". Così la Filt del Veneto, in un comunicato.

"La viabilità esterna a Verona è stata sconvolta. Il Veneto, sulla dorsale Milano-Venezia, spezzato in due, come conseguenza, per parecchie ore, della chiusura della A4. Telefonate inviperite di utenti bloccati in autostrada, cui è stato comunque fatto pagare il pedaggio; utenti della strada alla ricerca di viabilità secondaria per bypassare o raggiungere Verona, dopo ore in coda nelle tangenziali della città scaligera. Di sicuro, va il nostro sincero ringraziamento a tutte le forze impegnate nei soccorsi, che con grande sacrificio e spirito di abnegazione hanno operato per il ripristino della normalità, che è stata raggiunta solo nel pomeriggio odierno, dopo otto ore dall’avvenuto incidente. Paghiamo a caro prezzo il modello di sviluppo che ha caricato all’inverosimile il trasporto su gomma, come unica reale modalità di movimentazione di passeggeri e merci. In queste occasioni, scopriamo pure quanto siano esigue le forze istituzionali, addette ai soccorsi per gravi incidenti autostradali", denuncia il segretario della Filt regionale, Ilario Simonaggio.

"Di certo, serve una riflessione su questi concetti, di variare l’offerta di trasporto merci e passeggeri, di rivedere il modello di trasporto costruito su strade che non bastano mai. Serve una riflessione che sia meno estemporanea e passeggera legata unicamente alla durata del singolo evento. Non è accettabile che il giorno dopo tutto torni esattamente come prima. Piangiamo nostri compagni morti, morti sul lavoro, che sono costretti dal mercato a viaggi rischiosi per la propria e altrui incolumità. Si parla frequentemente del cosiddetto colpo di sonno, come se fosse un evento imprevedibile e una pura fatalità. Tutt’altro. Quando, per rispettare tempi sempre più stretti di consegna, si guidano ad alta velocità mezzi pesanti per molte ore, riducendo tempi e modalità di riposo dignitose, tutto ciò che capita è dannatamente prevedibile", continua il dirigente sindacale.

"Denunciamo da anni, troppo spesso inascoltati, che c’è un generale peggioramento delle condizioni di lavoro in cui operano i conducenti professionali. Servono più controlli, norme più attuali, visto l’incremento e l’evasione della normativa sul cabotaggio e il ricorso generalizzato ai falsi distacchi internazionali! Grave poi, quando ciò riguarda un’autostrada che 'macina' 1 milione di ricavi al giorno. Prima di Verona Est, in direzione Milano, sparisce per poco meno di un chilometro la corsia d’emergenza. Da molti anni, problema arcinoto, soluzioni attese scomparse. Troppo poche le aree di sosta nelle autostrade italiane, compresa la A4, che sono viste più come luoghi del consumo, che siti indispensabili agli utenti per riposare o intervenire sul mezzo in condizioni di assoluta sicurezza. Troppe autostrade accusano un peggioramento del sedime e della segnaletica verticale e orizzontale, necessaria condizione per offrire strade sicure", aggiunge il leader del sindacato dei trasporti della Cgil Veneto.

"Possibile che non si possa modificare lo stato di cose presente, copiando i migliori modelli di gestione autostradale a Nord delle Alpi? Bisogna che istituzioni, società autostradali, imprese europee di autotrasporto, si mettano nelle condizioni di cambiare registro. Noi siamo stanchi di piangere conducenti professionali morti sul lavoro, quando si dovrebbe garantire maggiore sicurezza agli utenti sulle strade e autostrade italiane", conclude Simonaggio.