"Apprendiamo dalla stampa, della decisione, da parte dei consigli di amministrazione, di procedere alla fusione delle 3 grandi cooperative di consumo della nostra regione: Coop Estense, Coop Adriatica  e Coop Nordest. Una decisione, cui seguiranno i necessari percorsi di ratifica da parte dei soci". Così, in un comunicato congiunto, Filcams e Cgil Emilia Romagna.

"Già le prossime settimane, quindi, saranno cruciali per comprendere i contenuti industriali e sociali della fusione annunciata: i suoi tempi, oltre che il modello di governance. Tempi e modalità della fusione devono essere tali da permettere una valutazione serena e compiuta da parte di soci e dipendenti: il grado di partecipazione e coinvolgimento saranno misura della qualità di tale operazione. A nessuno sfugge la rilevanza di tale scelta. Si darà vita alla prima azienda cooperativa di consumo in Italia, con quasi 20.000 dipendenti, e oltre 2,5 milioni di soci, presente in diverse regioni", prosegue la nota sindacale.

"L'Emilia Romagna è la terra nella quale si sono sviluppati l'azione e il sistema cooperativo e la loro funzione mutualistica e solidale, a partire dalle prime cooperative di consumo: nel tempo però la loro diversità e la distintività si sono sempre più  affievolite. I sette anni di crisi economica hanno cambiato molte cose; pur con difficoltà e tensioni, legate anche a scelte unilaterali delle imprese, si sono sottoscritti i rinnovi dei contratti integrativi aziendali in tutte e tre le cooperative, ma allo stesso tempo si è aperta una discutibile procedura di mobilità in Puglia. Crediamo che in questa fase dovrebbe essere ritirata: sarebbe un atto utile a creare una condizione di serenità, con cui affrontare la discussione che si aprirà", aggiunge il sindacato.

"A nostro giudizio, i punti qualificanti del processo di fusione saranno la tutela dei lavoratori e dei livelli occupazionali, la difesa degli interessi dei soci, il mantenimento di un forte legame con i territori e il loro sviluppo, l'internazionalizzazione del colosso cooperativo del consumo costituente, il recupero di un alto livello di partecipazione, la rivitalizzazione dei valori che stavano alle radici della cooperazione, nel rispetto della storia del movimento cooperativo emiliano romagnolo. La nostra organizzazione è pronta ad aprire subito un confronto, finalizzato a consolidare un'operazione che sia socialmente ed economicamente sostenibile, in grado di essere un punto qualificante del sistema produttivo emiliano-romagnolo e dell'intero Paese", concludono Cgil e Ficams regionali.