L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, deve spiegare al governo se intende chiudere alcuni stabilimenti italiani, dove dirottare le risorse inizialmente pianificate per il progetto Fabbrica Italia. Lo ha dichiarato a Repubblica il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, aggiungendo di "attendersi notizie del manager nei prossimi giorni".

Tutti contro la Fiat, dai sindacati al governo, dopo l'addio al piano Fabbrica Italia che è stato considerato superato dal Lingotto. Il ministro sottolinea che "Marchionne non può tirarsi indietro. Lo deve non tanto e non solo al governo e ai suoi azionisti, ma soprattutto ai lavoratori di Fiat e all'Italia".

La Cisl non è pentita dell'accordo fatto con la Fiat per Pomigliano e poi per Torino. Lo dice oggi (17 settembre) il segretario cislino, Raffaele Bonanni, a Canale 5. "Per fortuna che l'abbiamo fatto quell'accordo - sostiene -. Si devono pentire quelli che fanno disfattismo. Noi con quell'accordo abbiamo costretto la Fiat a investire 800 milioni di euro", a suo avviso.

"Non possiamo accettare riduzioni della capacità produttiva. Noi crediamo ancora che la Fiat possa restare una casa automobilistica competitiva ma perche' cio' accada bisogna crederci e fare gli investimenti necessari". Questa l'opinione del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.

E ieri è tornata a parlare anche Susanna Camusso, dopo le forti critiche alla Fiat nei giorni scorsi ("sta prendendo in giro il paese"). Il segretario generale della Cgil si è soffermato sulla Fiat, dall'incontro a cui ha partecipato a Conversano in provincia di Bari. "Il tema - ha detto - non è il calo di produzione che riguarda tutti, il tema è che non c'è alcuna politica industriale che contrasti quel calo di produzione e permetta di immaginare di recuperarlo". E ancora: "Le tre organizzazioni dei metalmeccanici utilizzino questa occasione per fare una proposta unitaria e riaprire il confronto con la Fiat e il governo".