Resta forte la preoccupazione dei sindacati per la situazione della Lasme di Melfi, dove sette operai stanno occupando il terrazzo dell’impianto che, chiudendo, lascerà per strada 170 lavoratori. I segretari regionali dei sindacati confederali della Basilicata seguono da vicino la vicenda dell’azienda dell’indotto Fiat pronta a spostare nella casamadre di Chiavari la produzione di alzacristalli per l’assemblaggio della Grande Punto che esce dagli stabilimenti di Melfi.

"Il problema - afferma Antonio Pepe, segretario generale della Cgil Basilicata ascoltato dalla Gazzetta del Mezzogiorno - è che le commesse ci sono: la Fiat ha affidato alla Lasme anche la componentistica per le fabbriche di Cassino e Pomigliano. Quindi non esiste un problema di commessa ma di scelte. Eppure la Lames così come tante altre aziende hanno ricevuto consistenti incentivi attraverso la Legge 64 per aprire al Sud. L’ex Cassa per il Mezzogiorno che ha finanziato gli imprenditori del Nord, giusto per capirci".

Poi il segretario lucano, sempre dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno, lancia un appello: "Le istituzioni di questo paese, in primis il Governo nazionale, e la stessa Fiat, che solo tre mesi fa ha confermato il mantenimento delle produzioni a San Nicola di Melfi, si facciano carico seriamente di una situazione che potrebbe diventare esplosiva".