"La Fiom ritiene non esistano le condizioni per sottoscrivere un'ipotesi di accordo", propedeutico alla firma dell'accordo di programma che prevede la chiusura dell'area a caldo della Ferriera di Servola (Trieste). Così il segretario nazionale, Gianni Venturi, dopo l'incontro che si è svolto al ministero dello Sviluppo economico.

Le altre sigle hanno firmato l'intesa con l'azienda, le tute blu della Cgil hanno detto no: "La Fiom, pur non condividendo la scelta della chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola, si è detta disponibile a verificare la praticabilità di un piano in grado di fornire prospettive industriali ed occupazionali per il sito di Trieste, ma questo piano industriale non ha queste caratteristiche".

L'ipotesi di accordo sindacale ricalca sostanzialmente il piano industriale presentato da Arvedi lo scorso 20 novembre, spiega Venturi, "confermandone le scelte fondamentali e non può garantire la certezza della continuità occupazionale di tutti gli attuali addetti". Non ci sono, a suo avviso, "certezze sugli investimenti pubblici e privati; non si sa se si farà la linea di ricottura continua con l'installazione di un nuovo forno; non c'è una consistente certezza sullo sviluppo dell'attività logistica; non si sa se la riconversione della centrale di produzione elettrica porterà alla costituzione di una nuova società di gestione con conseguente uscita degli addetti dal settore metalmeccanico". 

La certezza è "che i lavoratori attualmente a tempo determinato e in somministrazione dal 31 gennaio prossimo saranno licenziati, se nel frattempo non si troveranno soluzioni in imprese terze. Si tratta quindi di apprezzabili dichiarazioni di intenti insufficienti, nella nostra valutazione, a determinare un profilo condivisibile di ipotesi di accordo vincolante ed esigibili"..

"Adesso la parola alle assemblee e al referendum dei lavoratori il cui esito sarà, come sempre, vincolante anche per la Fiom Cgil", conclude Venturi. Le tute blu Cgil hanno chiesto infine la riunificazione del tavolo sull'accordo di programma (che verrà siglato dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, insieme con Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Autorità portuale e gruppo Arvedi) con quello tra azienda e sindacati.