?Un tempo si entrava in fabbrica con orgoglio perché si pensava anche di cambiare la società, a partire dalle lotte per cambiare quanto ruotava attorno alle linee di produzione. Oggi non è più così. Il problema è che si discute sostanzialmente quasi solo dei salari, dei soldi?. A dirlo è il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, in una conversazione con il settimanale Famiglia Cristiana, parlando dei lavoratori metalmeccanici: ?Dall?ottobre 1980 al dicembre 2007, alla tragedia della ThyssenKrupp, costata sette morti, il sindacato ha via via perso posizioni, incidendo sempre meno sul modo e sulla qualità del produrre. Fumi, carichi di lavoro, ritmi: fino a un paio di mesi fa sentiva qualcuno battersi per migliorare le cose? Ho la sensazione che in alcuni periodi le Chiese siano state più attente e vigili delle forze di sinistra?. Nell?intervista Ferrero rievoca anche la sua storia personale: ?Io sono entrato in fabbrica nel luglio 1979, come operaio Fiat di secondo livello, assunto per il turno di notte, con uno stipendio iniziale inferiore al milione di lire. Tra il gennaio 1983 e il marzo 1987 mi hanno messo in cassa integrazione con tutto il gruppo che faceva politica nella mia officina. Ho avuto la magra soddisfazione di abitare a Villar Pe rosa in una casa che è un po? più in alto rispetto alla villa degli Agnelli...?.
Ferrero, sindacato non incide più su modi produzione
21 settembre 2008 • 00:00