"Oltre ad aver inserito due requisiti (36 anni di contribuzione e gli ultimi 6 anni continuativi di lavori gravosi) all’atto della conversione in legge, il governo oltre a ridurre di molto la platea dei lavoratori edili che potrebbero accedere all’APE Social, prevede modalità di presentazione delle domande molto complesse,  tese a scoraggiare la presentazione delle stesse", così in una nota le segreterie Fenea, Filca e Fillea, Feneal della Lombardia. 

"Non è sufficiente affermare che il governo ha colto il concetto che non tutti i lavori sono uguali ai fini dell’approdo pensionistico e poi tradurre materialmente la norma in modo che pochi lavoratori abbiano l’accesso. La coerenza tra il predicato e il praticato ci deve essere, altrimenti si corre il rischio di ingenerare l’ennesima ingiustizia sociale a scapito di chi, a 63 anni, ha il fisico logorato dal lavoro gravoso e pesante", continua la nota.

Per queste ragioni le segreterie regionali di Feneal Filca Fillea della Lombardia chiedono di "modificare sia i requisiti di accesso all’Ape social, come hanno richiesto i lavoratori che hanno occupato le piazze il 25 maggio, sia la modifica delle circolari n. 99 e n.100 dell’Inps (che dettagliano le istruzioni per la presentazione delle domande) prevedendo la possibilità di presentare la domanda anche priva di una parte degli allegati richiesti, che potranno essere presentati entro una data limite successiva".

"Infatti in un settore dove la discontinuità del lavoro è molto diffusa perché insita nella tipologia dello stesso, recuperare tutta la documentazione richiesta in pochi giorni è impossibile", continua la nota.