Era il 2008 quando i sindacati cominciavano a parlare della vertenza Merloni come di una “ferita aperta” nel cuore dell’appenino umbro marchigiano. Una ferita che, se non “suturata” al più presto, avrebbe prodotto conseguenze molto pesanti per i territori coinvolti. Otto anni dopo quella ferita è ancora sanguinante, con la sola differenza che il tempo per rimediare è praticamente esaurito.

“Siamo arrivati al capolinea, per i lavoratori ex Merloni e per quelli della Jp Industries”, ha spiegato Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, in una conferenza stampa organizzata per richiamare l’attenzione di istituzioni e media sulla drammaticità della situazione, per i circa 800 lavoratori coinvolti, nella sola provincia di Perugia. Ciavaglia - di fronte alla stampa e a una cinquantina di lavoratori arrivati a Perugia per partecipare all’iniziativa - ha ribadito la necessità di individuare soluzioni per la continuità del progetto Jp, che, allo stato attuale, si esaurirà il 31 dicembre con la scadenza dei 4 anni di piano industriale previsti negli accordi (mai realmente decollato) e il concomitante esaurimento degli ammortizzatori sociali. Di pari passo, vanno costruite soluzione concrete per gli ex lavoratori Merloni (quelli rimasti fuori dalla produzione), che stanno esaurendo la mobilità (i primi 100 sono usciti il 12 ottobre) e andranno man mano ad ingrossare le già numerose fila dei disoccupati umbri. “Da questo punto di vista – ha detto Ciavaglia – è fondamentale la rimodulazione dell’accordo di programma (35 milioni di euro disponibili, ma ancora inutilizzati), anche attraverso una sua estensione geografica, coinvolgendo imprenditori e aziende che abbiano davvero la possibilità e l’intenzione di creare nuova occupazione. Insomma – ha chiarito il segretario Cgil – tutto quanto necessario per poter dare risposte vere alle persone rimaste senza lavoro”.

Ciavaglia ha poi annunciato che le organizzazioni sindacali, unitariamente, hanno chiesto alla presidente del Consiglio Regionale, Donatella Porzi, la possibilità di organizzare un incontro tra una delegazione di lavoratori, i sindacati e il Consiglio Regionale stesso, per consegnare ai rappresentanti umbri un messaggio chiaro: servono soluzioni immediate per evitare il disastro.

“Siamo all’ultima spiaggia, ma crediamo che ci sia ancora la possibilità di fare qualcosa per salvare almeno l’ultimo pezzetto di quella che, fino a poco tempo fa, era la più importante fabbrica manifatturiera della nostra provincia – ha detto il segretario della Fiom Cgil di Perugia, Maurizio Maurizi – Per questo siamo convinti che la ‘Vertenza Umbria’ non possa che partire da qui, dalla fascia appenninica e dai lavoratori ex Merloni, ma per poter avere qualche speranza di successo sarà fondamentale mantenere una totale unità di azione – ha sottolineato il segretario Fiom - in primo luogo tra organizzazioni sindacali”.

“È importante che in questa fase ormai finale della nostra vertenza i lavoratori e le organizzazioni sindacali tornino a far sentire con forza la propria voce – ha detto in chiusura Luciano Recchioni, rappresentante sindacale dei lavoratori Jp Industries – perché non si tratta solo di una delle crisi numericamente più gravi di tutto il Centroitalia, ma anche e soprattutto della nostra dignità, come lavoratori e come persone”.