Sciolto il nodo degli interventi in favore degli esodati nella legge di stabilità. I relatori hanno presentato un nuovo emendamento con una copertura adeguata che è stata 'certificata' dalla ragioneria: prevede la deindicizzazione delle pensioni sei volte superiori al minimo. Lo riferisce l'Ansa.

Il nuovo meccanismo prevede che vengano utilizzati gli eventuali risparmi dei 9 miliardi già stanziati per risolvere il problema degli esodati, con una sorta di 'autocopertura'. Gli eventuali risparmi arriverebbero - secondo le ultime stime - da politiche attive per la reintroduzione sul posto di lavoro.

Solo nel caso in cui i risparmi non bastassero si ricorrerebbe alla deindicizzazione delle pensioni più ricche, cioè 3.000-3.500 euro, recuperando così una cifra per coprire le eventuali necessità del 2014. Su questo comunque, si farà il punto della situazione all'inizio del prossimo anno.

Cambia però la platea dei lavoratori per i quali scattano le nuove tutele per gli esodati
. Dal nuovo emendamento dei relatori scompare il riferimento ai lavoratori licenziati prima del 2011 per il fallimento della propria società. Nel corso del confronto è stato valutato - riporta l'Ansa - che in questo caso non si può parlare tecnicamente di esodati e che, a tutela di queste situazioni, ci sono altri ammortizzatori sociali.

Al loro posto è stata invece inserita una nuova 'categoria'. Quella dei "lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria entro il 4 dicembre 2011 e collocati in mobilità ordinaria alla predetta data, i quali in quanto fruitori della relativa indennità devono attendere il termine della fruizione della stessa per poter effettuare il versamento volontario a condizione che perfezionino i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico entro il trentaseiesimo mese dall'entrate in vigore del decreto legge" sugli esodati.

Per quanto riguarda le risorse, il nuovo emendamento prevede una spesa di 333 milioni di euro nel triennio 2013-2015. In particolare sono previsti 64 milioni nel 2013, 134 mln nel 2014 e altri 135 mln nel 2015. Per gli anni successivi le somme stanziate sono pari a 107 mln nel 2016, 46 mln nel 2017, 30 mln nel 2018, 28 mln nel 2019 e 10 mln a partire dal 2020. Complessivamente, secondo i calcoli contenuti nella proposta di modifica, le risorse complessive previste al 2020 sono pari a 554 mln.

Soddisfazione del viceministro del Lavoro, Michel Martone
, secondo cui "è stato fatto un importante passo avanti". La nuova formulazione dell'emendamento "consente di utilizzare tutte le risorse a disposizione per la risoluzione di alcuni casi specifici", dice Martone. Si tratta di "un risultato importante" dopo "giorni di lavoro intenso", rimarca.

"Un passo avanti ma non la soluzione finale a tutto il problema che è quella che avremmo preferito": così l'esponente del Pd Cesare Damiano che sottolinea la natura di compromesso del testo: "E' un emendamento che ha tenuto conto - dice - delle osservazioni e dello stop della Ragioneria". Il deputato Democratico sottolinea però anche i dati positivi: "Vengono coinvolti - cita ad esempio - tutti coloro che hanno sottoscritto accordi in sede territoriale per quanto riguarda la mobilità entro il 31 dicembre del 2011".