Le malattie oncologiche dovute all’amianto non si fermano, nemmeno in Emilia Romagna. È quanto denunciano Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna: “Oltre alla nostra esperienza diretta, i dati del RENAM (il registro mesoteliomi) ci dicono che il mesotelioma (la malattia più devastante causata dall'amianto) negli ultimi anni 90 colpiva una media di 75 lavoratori l'anno. Negli ultimi 5 anni i casi sono stati 150 l'anno e comprendono anche cittadini che non hanno mai lavorato con l'amianto. Più della pur tragica sommatoria dei lavoratori morti per infortuni. Purtroppo – proseguono i sindacati –, se considerassimo anche le altre patologie, fra cui i tumori al polmone e altri causati dall'amianto, le cifre diventerebbero devastanti”.
 
“Nonostante i dati allarmanti – prosegue la denuncia delle confederazioni –, nella nostra regione come in tutto il paese ci sono ancora milioni di metri quadrati di amianto, che continuano a mettere a rischio la salute e la vita di lavoratori e cittadini. Va dunque recuperato il tempo perduto, con uno scatto di iniziativa e una più forte determinazione. È necessaria quindi una grande campagna informativa e la mobilitazione, accanto ai lavoratori e ai cittadini, delle istituzioni della Regione Emilia Romagna”.

In questo appello all'azione si riassume il senso e l'obiettivo della partecipazione dei sindacati alla conferenza regionale sull'amianto, promossa dalla Regione Emilia Romagna con Cgil Cisl Uil, che si terrà venerdì 28 aprile 2017 nella “Giornata mondiale della memoria delle vittime del lavoro e dell'amianto”.

Al centro della giornata, la discussione sulla proposta avanzata dalla Regione di Piano amianto regionale, previsto dal Patto per il lavoro, con l'obiettivo di “Una regione senza amianto”. 

Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna pongono l'esigenza di effettuare un salto di qualità nell'affrontare a 360 gradi il tema amianto: “Liberare dall'amianto i nostri territori – scrivono nella loro nota unitaria –, evitare altre esposizioni alle fibre di amianto di lavoratori/trici e cittadini/e, adeguare i programmi di sorveglianza sanitaria agli esposti e agli ex-esposti, fornire le migliori cure a coloro che si ammalano, rilanciare le attività di bonifica per una rapida eliminazione dell'amianto con la creazione di nuovi posti di lavoro nelle bonifiche, offrire diritti e tutele adeguati ai lavoratori e ai cittadini dell'Emilia Romagna”.