Sabato 22 ottobre Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna scendono in piazza per la dignità del lavoro a partire dagli appalti. Tema fondamentale, perché è proprio negli appalti che si nasconde uno degli strumenti più utilizzati per lo sfruttamento e la riduzione delle tutele degli addetti. Questo il filo conduttore dell’’intervento di Vincenzo Colla, segretario genera della Cgil regionale, su RadioArticolo1 nel corso di “Italia Parla”. “In questa piazza vogliamo portare la voce di tanti lavoratori che non reggono più a queste situazioni. Abbiamo scelto Piacenza perché è proprio in questo polo logistico che sono accaduti gli ultimi fatti inaccettabili, con la morte di un lavoratore che stava lottando per i diritti collettivi e per altri lavoratori”.

È giusto discutere di eccellenza Industria 4.0, ma “non si può non vedere che il 30% del prodotto interno lordo in questo paese arriva dagli appalti pubblici e privati dove ci sono situazioni incredibili”. Come sta venendo fuori dal processo Emilia, “succedeva di tutto – ha attaccato Colla –: riciclo, corruzione, mafia e condizioni di lavoro assurde, con i lavoratori che venivano pagati e dovevano restituire i soldi. E, ancora: addetti che venivano intimiditi insieme alle proprie famiglie, lavoratori in nero”. Per questo andremo a dire in piazza, ha spiegato il sindacalista, che “il testo unico elaborato dal governo non va: non possiamo permetterci di avere la possibilità, per commesse fino a un milione di euro, del massimo ribasso e la non applicazione della clausola sociale. Soprattutto se si considera che l’80 per cento degli appalti pubblici sono, appunto, sotto al milione”.

 

L’altro, importantissimo tema della mobilitazione riguarda l’approvazione in fretta della legge contro caporalato e grave sfruttamento. L’impegno delle commissioni Giustizia e Lavoro di Montecitorio è quello di far approvare il testo votato dal Senato senza modificazioni in modo che possa entrare rapidamente in vigore. Una legge attesa anche in questa regione: “Ultimamente nelle campagne del cesenate la Guardia di finanza su segnalazione della Flai ha scoperto 31 lavoratori in nero e 4 imprese che li ‘gestivano’ tramite il caporalato – spiega il sindacalista –. Questa legge è importantissima perché prevede la responsabilità penale e la confisca dei beni, sia per il caporale sia per il committente. È un fatto di civiltà. E trovo incredibile che alcune leggi si fanno in 15 giorni, per esempio la Fornero, e invece in questi casi bisogna attendere così tanto”.

Esiste, tra l’altro, un legame molto forte tra appalti e caporalato: “Il caporalato non è solo in agricoltura. Ci sono i caporali nell'edilizia: ormai abbiamo situazioni in cui anche gli ispettori non possono più entrare nei cantieri perché rischiano di essere soggetti a pressioni e intimidazioni”. E per questo in piazza, aggiunge il dirigente Cgil, andremo anche a chiedere al Consiglio regionale di votare al più presto la legge in materia che abbiamo costruito e definito insieme nel Patto per il lavoro”. È una questione anche di sviluppo, per Colla, “perché l’illegalità butta fuori dal mercato gli imprenditori seri, quelli che investono sulla qualità”.

Infine, un richiamo alla Carta dei diritti universali del lavoro proposta dalla Cgil. “Spero che il Parlamento la discuta presto – ha concluso Colla –, perché lì sono contenute tante risposte alle questioni di cui abbiamo parlato. Tante persone sono in condizioni disperate, per questo si consegnano ai caporali e alle tante illegalità con le quali vengono trattate”. E queste condizioni di lavoro, spiegano anche quello che è l’altro grande tema della manifestazione di sabato, quello degli infortuni e delle morti sul lavoro: “Se non si capisce che anche la prevenzione è un diritto, vuol dire che siamo in un paese che gioca alla roulette russa con la vita dei lavoratori”.