Sciopero regionale, lunedì 18 maggio, dei lavoratori di Poste italiane per l’intera giornata di lavoro. È stato indetto dai sindacati Slc Cgil e Uilposte contro la carenza di personale e la chiusure degli uffici postali periferici.
Lunedì mattina, presso tutte le sedi delle prefetture dell'Emilia Romagna si terranno presìdi, per presentare le ragioni dei lavoratori ai prefetti. 

"La mobilitazione fa seguito al blocco degli straordinari di marzo e aprile, e vuole contrastare le scelte aziendali contro l’aumento dei carichi di lavoro in assoluto disprezzo per le condizioni dei lavoratori. Fra le ragioni dello sciopero, anche la critica contro il processo di privatizzazione di Poste italiane, con la prevista vendita del 40% del capitale entro il 2015, in base alle decisioni prese dal Governo, mentre il rilancio dell’azienda con il piano d’impresa si è fermato", denunciano i sindacati.  

“L'intenzione dell’azienda – spiegano Marco Balili, segretario Slc Modena, e Toto D’Alessandro, responsabile poste Slc  – è sempre quella di perseguire il progetto di consegna della posta a giorni alterni per 1/4 dei cittadini italiani, avallata dal Governo con la legge di Stabilità, nonostante la bocciatura da parte dell'Unione europea. Al momento, nonostante le proteste di sindacati, cittadini e di diverse pubbliche amministrazioni, il progetto di 'razionalizzazione' degli uffici postali non è stato ritirato!”

In provincia di Modena, ciò significa la chiusura di quattro uffici postali, e l'apertura solo per pochi giorni alla settimana di altri 1dieci. “In questo paese è ancora in discussione il concetto di servizio pubblico – rilevano i due sindacalisti – ricevere la posta o la pensione è un diritto, non può diventare un lusso. In tale quadro, dove l'azienda Poste italiane continua a ragionare di tagli e riduzioni di costi, nessuna voce si alza per difendere le ragioni della cittadinanza a conservare un diritto, per il quale lo stato paga a Poste 262 milioni all'anno".