Fallisce il tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro: il 13 gennaio scioperano gli elettrici. Già il 24 novembre i sindacati avevano dovuto registrare un rallentamento della trattativa che aveva prodotto la rottura dei negoziati. Ora, dunque scatta la mobilitazione per il contratto, che sarà di otto ore mentre, per gli addetti delle centrali di produzione lo stop sarà articolato tra il 9 e 13 gennaio. I sindacati hanno anche dichiarato il blocco degli straordinari tra 17 dicembre e 16 gennaio e delle relazioni sindacali.

Nell’incontro al ministero del Lavoro, i sindacati "hanno ricordato quanto accaduto in questi lunghi mesi di trattativa, sottolineando come il sindacato elettrico, in questi anni di forte crisi, sia stato un elemento impegnato e responsabile, che ha accompagnato i pesanti processi di efficientamento e di riorganizzazione nell'interesse dei lavoratori e delle stesse aziende, in presenza di situazioni difficili da sostenere (chiusura di Centrali elettriche, esuberi di personale, avanzamenti tecnologici, calo dei consumi, ecc.)", si legge in una nota di Filctem, Flaei e Uiltec. Che hanno ricordato anche come la tradizione della categoria "non è quella di un sindacato che ha usato lo sciopero in maniera leggera e indiscriminata, accettando, da ultimo, di sottoscrivere un accordo sulla regolamentazione dello sciopero molto severo, pur di garantire la continuità del servizio a Cittadini e Imprese".

In questi mesi di negoziato, continua la nota, "abbiamo sempre dichiarato la nostra volontà di fare di questo rinnovo contrattuale una vera occasione per costruire un sistema in grado di supportare la transizione industriale; abbiamo proposto modelli partecipativi di rafforzamento del ruolo sindacale nel sistema di relazioni industriali. Di contro ci siamo ritrovati proposizioni aziendali di flessibilità gestionali, di efficentamento di costi, di superamento di spazi di contrattazione di confronto con l'obiettivo di ridurre la funzione e il ruolo negoziale del sindacato su importanti istituti come reperibilità, orario di lavoro, turni, trasferimenti, provvedimenti disciplinari".

"Non è possibile assistere al ritorno di importanti margini economici per le imprese del settore e di lauti dividendi per gli azionisti, senza che questo non produca effetti positivi anche per i lavoratori che rappresentano il capitale umano altrettanto importante per tutte le Imprese".

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