"Questa tragedia, purtroppo emblematica, è un nuovo segnale d’allarme, l’ennesimo, della condizione di mancanza di speranza e di aspettative in cui si trova un numero crescente di giovani. Se non vogliamo che questo stato di cose diventi la normalità, la condanna di un’intera generazione, dobbiamo rivedere un modello sociale, economico e culturale sempre più basato sulla competitività esasperata, sulla mercificazione e sulla precarizzazione del lavoro». Queste le parole con cui il segretario generale della Cgil Fvg, Villiam Pezzetta, ha aperto i lavori del direttivo regionale riunitosi stamattina a Udine, segnato purtroppo dalla notizia del suicidio di un giovane disoccupato.

"Un ragazzo della generazione perduta, che ha vissuto come sconfitta personale quella che per noi, invece, è la sconfitta di una società moribonda che divora i suoi figli". Lo scrivono i genitori di Michele, 30 anni, grafico, senza lavoro stabile, affidando al Messaggero Veneto la lettera scritta dal figlio prima di suicidarsi, il 31 gennaio. "Dentro di me non c'era caos – scrive il giovane nella missiva –. Dentro di me c'era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, è un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento e privo ormai anche di prospettive".

Sono anche vicende come questa, che spingono la Cgil a combattere per cambiare rotta sul lavoro, con la convinzione che una società e un Paese diverso sono possibili: la stessa condizione che anima la nostra proposta di legge sulla Carta dei diritti e i referendum su voucher e appalti, ha aggiunto Pezzetta, annunciando l’avvio dell’ultima fase della campagna per i referendum sul lavoro, che parte nella Regione con una serie di manifestazioni di piazza, in programma sabato 11 febbraio, a Trieste (piazza della Borsa ore 11-13), Monfalcone (piazza Repubblica, dalle 10 alle 12.,30), Udine (piazza San Giacomo, 10-13) e Pordenone (piazzetta Cavour, 9.30-12.30).

"È merito soprattutto della Cgil, dei referendum e della nostra proposta sulla Carta dei diritti – ha detto ancora il dirigente sindacale –, se il lavoro è tornato uno dei grandi temi del dibattito politico e mediatico. Di ciò, siamo convinti, così come dobbiamo essere convinti che il 51% è un obiettivo possibile, nella consapevolezza che questa battaglia referendaria rappresenta il più importante argine contro il dilagare della precarietà e della mercificazione del lavoro".

Dopo l’impegno profuso per raccogliere 1,1 milione di firme a livello nazionale (e 12.500 in Friuli) per i referendum su articolo 18, voucher e appalti, la Cgil è pronta a lanciare l’ultimo sprint per il quorum sui due quesiti (voucher e responsabilità solidale negli appalti) che hanno superato il vaglio della Consulta. "Ma pronti anche a lanciare nuove battaglie sul tema dell'articolo 18 – ha concluso il sindacalista –, per rivendicare leggi capaci d'impedire i licenziamenti illegittimi e limitare lo squilibrio esistente tra datore di lavoro e dipendente".