“La Regione così avalla il taglio dei salari e dell'anzianità di servizio, sconfessando l'articolo 18. Situazione inaccettabile, l’8 novembre sarà sciopero dei lavoratori, con presidio di fronte alla Regione Lazio, in piazza Oderico da Pordenone”. A dirlo sono i segretari generali di Fp Cgil, Filcams Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltrasporti: “La Regione Lazio, pur avendo sottoscritto con le organizzazioni sindacali diversi accordi che prevedono la salvaguardia occupazionale e salariale e dopo aver approvato la recente deliberazione legislativa concernente ‘disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale’, che entra nel merito della stabilità occupazionale dei lavoratori mediante l’inserimento di specifiche clausole a salvaguardia, tra le quali la possibilità di riconoscere la retribuzione economica relativa agli scatti di anzianità, continua a non esigere l’effettiva applicazione del principio del mantenimento delle condizioni economiche e normative esistenti per i lavoratori coinvolti nei passaggi appalto, da parte delle società subentranti nella gestione dei servizi Cup e amministrativi delle Asl, aziende ospedaliere e Ircss del Lazio”.

Fp e Filcams Cgil, Fp Cisl e Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltrasporti continueranno a sostenere “la vertenza dei lavoratori esternalizzati dei servizi Cup e amministrativi stretti nella morsa dei cambio appalti nei quali, al contrario di quanto sottoscritto nelle intese con la Regione Lazio, gli aggiudicatari dei bandi di gara non riescono a garantire salari e, in alcuni casi, posti di lavoro”. I sindacati pretendono “il pieno rispetto dei patti: i livelli occupazionali, salariali e diritti non si toccano. La situazione ormai è gravissima e la Regione Lazio non può sottovalutare le ricadute sui lavoratori e sui servizi pubblici. Alla ripresa dei cambi appalto, dopo la pubblicazione della legge regionale, c’è stato un brusco e colpevole cambio di rotta: mancanza di ore, risorse insufficienti, nessuna garanzia ‘imprenditoriale’ su anzianità di servizio e articolo 18, queste solo alcune motivazioni di merito da parte datoriale”.

“Così non va: la vicenda che sta interessando i cambi appalto relativi a questi servizi rischia di creare un pericoloso precedente per la gestione dei servizi in appalto nella nostra Regione: è impensabile che si abbandonino nell’incertezza occupazionale e al rischio di perdere progressivamente parti importanti della retribuzione i lavoratori che quotidianamente, con la loro professionalità, garantiscono il buon funzionamento del Ssn”, concludono i sindacati: “Non permetteremo, quindi, che si continui a giocare con il futuro dei lavoratori. Vogliamo certezze in tempi brevi”.