"La recente sottoscrizione del contratto del settore chimico dimostra con grande evidenza le ragioni e la necessità della mozione 'La Cgil che vogliamo'". E' quanto si legge in un comunicato pubblicato dal sito www.lacgilchevogliamo.it.

"Le nostre priorità per imprimere una svolta radicale all’efficacia dell’azione sindacale - si legge nella nota - risultano oggi ancor più confermate: respingere l’accordo del 22 gennaio; usare la contrattazione per incrementare le retribuzioni e ridurre la precarietà; garantire la natura universale inclusiva del Welfare. Il contratto del settore chimico va in direzione opposta".

"Cancellare radicalmente gli scatti di anzianità, raddoppiare il periodo di prova, peggiorare la legge attraverso l’aumento a 48 mesi per la stabilizzazione dei contratti a termine, costituisce di fatto una penalizzazione netta delle retribuzioni dei nuovi assunti ed un amplificarsi della precarietà - scrive ancora la redazione del sito www.lacgilchevogliamo.it - Il premio di risultato ora trasformato in premio di partecipazione, legato anche alla presenza, diventa totalmente variabile, impedendo il consolidamento delle retribuzioni aziendali e assumendo in toto il legame tra questo e gli sgravi fiscali e contributivi previsti dal Governo, alla faccia dell’autonomia contrattuale".

"L’introduzione degli Enti Bilaterali Aziendali per sostegno al reddito - prosegue ancora la nota - condizionati alla volontà aziendale e per giunta finanziati da una contribuzione aggiuntiva a carico dei lavoratori, consolida il Welfare corporativo previsto dal Libro Bianco del Ministro Sacconi, in alternativa ad una riforma che estenda a tutti i lavoratori il diritto agli ammortizzatori sociali".

"Accordi di questa natura, dunque, non modificano la struttura dell’accordo separato e favoriscono l’impostazione corporativa del Governo sul sistema di Welfare - conclude il comunicato di 'La Cgil che vogliamo' - Si dimostra così che in assenza di una strategia confederale chiara, l’obiettivo di disarticolare il fronte altrui si rovescia nella disarticolazione del nostro fronte, e soprattutto nella penalizzazione delle condizioni materiali dei lavoratori che rappresentiamo".