Procede a pieno ritmo la campagna mediatica della Filcams Cgil “Conosci le tue carte”, lanciata per far conoscere i propri diritti ai lavoratori stagionali dei settori terziario e turismo. La prossima tappa è fissata per lunedì 24 luglio a Pesaro: l’appuntamento è alle ore 17 in Campo Tre Martiri (spiaggia Baia Flaminia). Previsti l’allestimento di un gazebo, dove gli stagionali potranno rivolgersi per ricevere informazioni, e un volantinaggio lungo l’intera spiaggia della città marchigiana.

La giornata, spiega la Filcams territoriale, è stata organizzata “per rendere protagonisti i lavoratori di questo settore, che troppo spesso rimangono nascosti, relegati in orari di lavoro massacranti e in condizioni di lavoro molto spesso al limite della legalità”. Da qui la decisione di realizzare una specifica campagna per gli stagionali, allo scopo di “contrastare gli abusi cui sono sottoposti questi lavoratori e aprire un confronto con il mondo datoriale locale e con le istituzioni per rivendicare una valorizzazione di questo settore, a partire dal ruolo strategico che il settore ricopre nella provincia, creando così un’offerta turistica di qualità”.

La Filcams Cgil di Pesaro rimarca che nel territorio spesso “si è costretti a fare i conti con i contratti collettivi 'pirata', sottoscritti solo da sindacati di comodo”. Da parte dei lavoratori, invece, arrivano denunce “che ci parlano di turni di lavoro oltre il limite legale, di situazioni lavorative senza rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro, dell’utilizzo delle forme contrattuali più svariate”.

Quest’anno, in particolare, abbiamo “assistito alle richieste urlate a gran voce da parte di imprese e associazioni datoriali della mancanza di manodopera. Noi rispondiamo che è necessario dare ai lavoratori certezze in merito alla regolarità e legalità dei contratti di lavoro”. Per la Filcams di Pesaro, infine, questa è anche un’occasione importante per “ribadire ancora una volta la nostra contrarietà alla reintroduzione subdola dei voucher, che vengono ancora utilizzati per mascherare forme di lavoro subordinato, creando sempre più precarietà e dumping sociale tra i lavoratori”.