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"I vertici dell'azienda dimostrano solamente di non essere più in grado di gestire la situazione, ne prendano atto". È molto dura la posizione assunta dai sindacati nei confronti del management di Condotte, terza società italiana nel settore delle costruzioni, da tempo alle prese con una difficile situazione finanziaria. Al tavolo romano del ministero dello Sviluppo economico, che si è concluso nella tarda serata di martedì 22 maggio, l’azienda ha annunciato l’avvio della cassa integrazione e la richiesta di prorogare il concordato preventivo. Il tavolo di crisi si riunirà nuovamente il prossimo 18 giugno.
"Pensare di rassicurare i 3 mila dipendenti di Condotte chiedendo al tribunale la proroga di 60 giorni per la presentazione del piano per il concordato preventivo e annunciando la cassa integrazione è francamente assurdo e inaccettabile" commentano le segreterie nazionali di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl. Condotte, hanno riferito i sindacati al termine dell’incontro, ha anche annunciato “la volontà di costituire una bad company per la gestione delle commesse ultimate, e una newco per le commesse già operative e da avviare".
Fillea, Feneal e Filca ritengono “indispensabile la presentazione del piano industriale, nel quale l'azienda dovrà finalmente indicare con chiarezza il futuro suo e dei suoi dipendenti”. Per i sindacati, dunque, “fino a quel momento ogni decisione e ogni annuncio rischiano di creare ulteriore confusione e di allarmare ancor di più le 3 mila famiglie coinvolte”. In conclusione, le categorie dei lavoratori edili di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto “un confronto con i potenziali investitori, vale a dire il fondo Oxy e le banche”.