“Era di sinistra, ma gli va riconosciuto il grandissimo merito di essere stato importante per tutti, non solo per la sua parte politica. Di lui mi colpiva la grande curiosità intellettuale, capace di letture mai pigre e banali, la straordinaria capacità di analisi: ancor più sorprendente in una persona che, rimasta lontana negli ultimi anni dalla politica attiva, non aveva gli stessi riferimenti concreti degli altri, eppure lui capiva più rapidamente di tanti”. A dirlo è l’ex segretario generale della Cgil Sergio Cofferati, in un’intervista al Messaggero, commentando la scomparsa di Vittorio Foa.

Cofferati parla anche del rapporto tra con il sindacato. “Ha mantenuto sempre un rapporto molto stretto. Aveva anche un suo personale punto di vista sui cambiamenti del sistema economico e del lavoro. La comparsa di nuove forme di lavoro, i problemi che i nuovi lavori portavano con sé li ha avuti ben presenti fin dall’inizio. Oggi parlare di queste novità è normale, ma dieci anni fa non erano usuali certe valutazioni e certi giudizi acuti”. Riguardo i rapporti con la Cgil, “non gli mancavano le sottolineature critiche e le diversità di opinioni, ha avuto infatti opinioni diverse da noi proprio all’inizio degli anni Duemila sul problema del lavoro, dei diritti e di come concepirli. Ha anche costantemente sollecitato la Cgil e il sindacato a tener conto dei cambiamenti e di ciò che succedeva fuori di noi. Molto intransigente: non si limitava a chiedere al sindacato di cambiare, ma indicava anche le coordinate per arrivare ai cambiamento”.

È morto Vittorio Foa