La riforma del Codice degli appalti ha superato il primo scoglio, quello del Senato. È infatti arrivata nel pomeriggio di giovedì 18 giugno l’approvazione di Palazzo Madama al testo di legge delega. I sì sono stati 184, i contrari due, gli astenuti 42. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. La misura contiene numerose novità, come la fine delle gare al “massimo ribasso” e l’istituzione di procedure non più “derogabili”, oltre a una serie di attuazioni di direttive europee in materia. Per il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la riforma è una “svolta vera nel sistema dei lavori pubblici, che porta semplificazione, legalità e certezza nell’esecuzione”.

Grande soddisfazione è espressa da sindacati. “Il provvedimento – spiegano i segretari confederali Franco Martini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Tiziana Bocchi (Uil) – è il frutto di un lungo e articolato confronto tra sindacato e vari livelli istituzionali e politici”. Cgil, Cisl e Uil “auspicano ora che tale metodo prosegua anche alla Camera e che il testo venga confermato e rafforzato nei suoi contenuti. Si tratta, infatti, di un provvedimento che può far fare un deciso passo avanti verso la legalità e verso la maggior tutela dei lavoratori impegnati in un settore nel quale, come tanti fatti di cronaca ci hanno mostrato, la corruzione e la mancanza di regole precise ha portato a gravi distorsioni e irregolarità”.

Martini, Sbarra e Bocchi, infine, valutano “positivamente anche la riduzione delle stazioni appaltanti
, così come le misure ivi contenute volte a favorire una maggiore trasparenza nelle pratiche di subappalto”. In conclusione, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil ricordano che “il paese ha bisogno di autentiche riforme per tornare a crescere, per sconfiggere il malaffare e per dare servizi veramente efficienti ai cittadini”.