Presidio oggi (giovedì 5 settembre) a Roma per la mancata riapertura dei laboratori socio-occupazionali gestiti dalla Comunità di Capodarco (Roma). L'appuntamento è alle ore 9 davanti alla sede del Dipartimento delle Politiche sociali del Comune (in viale Manzoni 16). Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio sostengono, insieme alle categorie e al Comitato dei genitori "Noi per i laboratori sociali", la protesta per l'interruzione dell'attività a seguito della messa a gara per l'affidamento del servizio. “Temiamo che il percorso dei laboratori sia fortemente a rischio per i 65 destinatari e per i 13 lavoratori che operano nelle strutture con professionalità, competenza e dedizione", dichiarano Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma Capitale e Rieti, Uil Lazio: "Non sono stati rispettati i tempi per la riapertura prevista per il 2 settembre, sollecitata nei mesi passati sia dal Comitato sia dal sindacato, né c'è certezza dell'inserimento per tutti i 65 ragazzi disabili intellettivi medio-gravi che erano inseriti”.

I laboratori sono stati creati nel 2004 e hanno assolto, fino al 31 luglio scorso, a "una funzione di inclusione sociale importantissima, potremmo dire vitale, per le attività occupazionali, per la sollecitazione, il sostegno e la valorizzazione delle capacità residue degli utenti coinvolti. Queste strutture rappresentano una valida e reale risposta alle esigenze riabilitative e di autonomia delle persone con disabilità cognitiva". Le attività che si svolgono nei laboratori, spiegano i sindacati, "migliorano e stabilizzano le condizioni e le competenze pratiche e intellettive dei ragazzi coinvolti e garantiscono il coinvolgimento dei ragazzi attraverso le attività nella rete territoriale di supporto al disagio sociale: la pasta prodotta dal laboratorio di pasta fresca ad esempio, viene donata e utilizzata dalla Caritas, parliamo di 50 mila pasti l'anno distribuiti nelle mense per persone che vivono in condizioni di marginalità ed esclusione sociale. Nei mesi scorsi è stata chiesta una proroga finalizzata a garantire la continuità delle attività fondamentali per i ragazzi e per i lavoratori occupati. A oggi non sono stati rispettati i tempi per l'affidamento né quelli per l'inserimento degli utenti: vige una situazione di caos e indeterminatezza che penalizza gravemente la condizione di fragilità psicologica degli utenti e delle loro famiglie e getta nell'incertezza occupazionale gli operatori”. 

Cgil, Cisl e Uil chiedono "l'immediata riapertura dei laboratori e a brevissimo la convocazione di un confronto sul merito della questione con tutti gli attori politici e amministrativi del Comune di Roma, insieme alla Regione, per creare tutti i presupposti affinché non si ripetano più tali inaccettabili situazioni di disagio. Vogliamo che venga garantita la fruizione a tutti gli utenti fino a oggi inseriti, l'ampliamento di tali servizi, da considerarsi un’efficace risposta riabilitativa e occupazionale adatta e necessaria a questa particolare e fragile utenza”. Infine, i sindacati chiedono il coinvolgimento "anche della Regione, dell'assessorato alle Politiche sociali per la valorizzazione e il sostegno di tali esperienze e per la soluzione di problemi ciclici che si presentano a ogni nuovo affidamento, che comportano disagi gravissimi per i disabili e per le loro famiglie. È il momento di affrontare seriamente e in modo fattivo il tema delle politiche sociali in questa città e in questa Regione. Riteniamo che questa sia l'occasione per iniziare, partendo da scelte e interventi che non possono essere ulteriormente rimandati”.