Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno indetto per oggi, giovedì 17 dicembre, una manifestazione-presidio nazionale  dei lavoratori del Gruppo Eni e della società Saipem davanti la sede Eni di S.Donato Milanese (piazza Boldrini, 1 - dalle ore 8.00) a Milano.

"L'iniziativa di mobilitazione, che prevede anche 8 ore di sciopero generale per il 20 gennaio 2016, scaturisce - dicono preoccupati i sindacati - dalla volontà assunta da questi due Gruppi di disinvestire nei settori dell'energia e della chimica nel nostro paese, producendo effetti negativi sulla tenuta e il mantenimento dei livelli occupazionali, proprio in una fase che vede l'affacciarsi di una tenue ripresa economica. In particolare il Gruppo Eni rischia di "divorziare" dalla politica industriale del nostro Paese. Infatti, con il nuovo piano di riassetto - accusano i sindacati -  principalmente rivolto ai mercati internazionali, l'Eni abbandona la chimica,  la "chimica verde" e la relega a fanalino di coda dell'Europa, crea incertezze sulle prospettive industriali di Saipem, azzera gli investimenti previsti in alcune altre importanti filiere (estrazione, raffinazione), rallenta gli impegni già presi in alcuni territori strategici (Porto Marghera, Porto Torres, Gela), con il rischio concreto di un disimpegno ed un secco ridimensionamento.

"Chiediamo al governo - insistono i sindacati - di fare chiarezza, di rispondere non solo in qualità di azionista di riferimento, ma quale soggetto regolatore della politica industriale del Paese". Peraltro "non siamo i soli - aggiungono - a chiedere chiarezza se numerosi deputati proprio sulla chimica Eni (Versalis e Syndial) hanno depositato presso la commissione Attività Produttive della Camera un atto di indirizzo che impegna il Governo ad un intervento complessivo, e se la commissione Industria del Senato ha avviato una indagine conoscitiva su Versalis, la cui ventilata cessione di quote, visto il basso prezzo del greggio, possa generare appetiti speculativi, come noi temiamo".

Occorre ricordare al management dell'Eni ma soprattutto al Governo che i guai di Telecom ebbero inizio quando Colaninno acquistò Telecom caricando sulle spalle della stessa società l'onere di ripagarne l'acquisto". Lo ha detto pochi giorni fa il segretario generale della Filctem, Emilio Miceli. "In pratica – ha spiegato – era la stessa Telecom a riacquistarsi, bruciando migliaia di miliardi che hanno impedito a quella azienda di continuare a rimanere tra le grandi tlc globali”.

“Si vuole fare la stessa cosa con Versalis?”, si domanda Miceli. “Significherebbe predeterminarne la chiusura, il dissolvimento dell'impresa e – conseguentemente - della chimica di base italiana. Noi continueremo a batterci affinchè questo progetto non vada in porto! Attendiamo ancora una risposta dal Governo alla nostra richiesta di incontro. Probabilmente – conclude il leader sindacale – ci sarà imbarazzo, ma il silenzio, ad un certo punto, diventa complicità”. 

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, interviene sul futuro della chimica verde in un articolo sull'Unità: “Oggi - scrive - i lavoratori di Versalis manifesteranno davanti alla sede Eni di San Donato Milanese. Obiettivo forte e chiaro della loro lotta è fermare la cessione dell'azienda a fondi più o meno speculativi, salvare l'industria chimica nel nostro Paese insieme difendere e ampliare il processo di trasformazione in chimica verde. Avanzano proposte a sostegno di un futuro industriale e manifatturiero. Le stesse che ritroviamo negli accordi raggiunti, solennemente sottoscritti e propagandati dai governi in questi anni, a Porto Torres, Marghera, Gela”.