La crisi economica sta peggiorando giorno dopo giorno le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti, in particolar modo nel settore dei servizi e delle costruzioni. Questo perché la normativa italiana non li tutela fino in fondo e perché, di fronte al calo degli investimenti pubblici, le imprese cercando di aggiudicarsi gli appalti con vertiginosi ribassi che poi si scaricano inevitabilmente sui lavoratori, attraverso pratiche contrattuali spesso al limite della legalità.

«Per questo motivo - ricorda Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino - la nostra confederazione a livello nazionale ha proposto un disegno di legge di iniziativa popolare per riformare le norme che disciplinano gli appalti. Si tratta di una proposta che aiuterebbe anche i lavoratori in Trentino e soprattutto rafforzerebbe il lavoro che stiamo svolgendo all'interno del tavolo provinciale per gli appalti».

Il disegno di legge punta, in primo luogo, a rafforzare la responsabilità solidale, ovvero il meccanismo per cui, di fronte al mancato pagamento delle spettanze ai lavoratori, la stazione appaltante deve intervenire saldando direttamente il dovuto alle maestranze. Inoltre estende, sia nelle esternalizzazioni di natura privata che negli appalti pubblici di servizi, le clausole sociali che garantiscono il posto di lavoro agli addetti nei cambi di appalto.
«Questa legge - aggiunge il segretario generale della Cgil del Trentino - è figlia anche di una nuova consapevolezza a livello europeo. L'ultima direttiva dell'Unione Europea sui meccanismi dei contratti di lavoro, degli appalti e dei distacchi nel mercato unico garantisce più tutele verso i lavoratori introducendo nuovi strumenti per limitare l'effetto di dumping contrattuale prodotto da aziende che applicano contratti di paesi a basso costo del lavoro. La direttiva dovrà essere recepita dal Parlamento e, unitariamente, Cgil Cisl Uil a livello nazionale stanno spingendo perché il governo operi coerentemente alla disciplina europea».

Per portare in Parlamento il disegno di legge servono circa 50mila firma che verranno raccolte anche in Trentino. Il prossimo 23  febbraio sarà presente a Trento un camper della Cgil nazionale per la campagna di raccolta firme e verranno organizzate due iniziative con gli addetti del pulimento e dell'edilizia. Sul fronte locale Burli avverte che «il lavoro del tavolo per gli appanti sta producendo qualche risultato, ma deve rafforzare il proprio impegno a tutela dei lavoratori. Finalmente abbiamo fatto inserire nei bandi il rispetto dei contratti di lavoro, introducendo anche una procedura di conciliazione dove i contratti non prevedono l'obbligo di riassunzione del personale nei cambi di appalto di servizi».

Per il segretario generale della Fillea Cgil, Maurizio Zabbeni, a livello provinciale bisogna agire per escludere il costo del lavoro dai massimi ribassi, così come avviene per gli oneri per la sicurezza dei cantieri, mentre al tavolo degli appalti andrà definito a breve un sistema informatico per rendere più efficiente il sistema dei controlli sulla qualità del lavoro nei cantieri e, quindi, più forte la tutela dei lavoratori.

Infine Roland Caramelle, segretario generale della Filcams Cgil del Trentino, ha ammonito la Provincia, i comuni e tutti gli enti pubblici in Trentino a non tagliare le risorse destinate agli appalti di servizio perché la riduzione degli investimenti si traduce immediatamente in meno posti di lavoro per gli addetti del settore. Per quanto riguarda il quadro nazionale, la Filcams denuncia poi il rischio che, con l'entrata in vigore del Jobs Act e del contratto a tutele crescenti, ad ogni cambio di appalto i lavoratori dei servizi diventeranno più ricattabili e perderanno, ogni volta, anche i minimi diritti economici fissati dal Governo in caso di licenziamento.