Quando l'organizzazione sociale più radicata nel nostro Paese si muove, tutti alla fine devono fare i conti con cifre a tre o più zeri. E' andata così anche questa volta, anche questo sabato 27 settembre in cui la Cgil ha portato "i diritti in piazza" (questo il logo dell'iniziativa). Oltre 30 mila sono scesi in piazza a Napoli, 20 mila in Toscana, 15 mila nella sola Roma, 10 mila a Genova, 20 mila a Palermo. Chiedono un'altra economia e un'altra idea di società. E mandano un messaggio forte e chiaro: "il monologo di Berlusconi è finito".

In 50 mila nella sola Emilia Romagna con 20 mila persone a Bologna. Per le vie di Napoli hanno sfilato in corteo 30 mila persone, 20 mila al corteo di Palermo e sempre in Sicilia 6 mila alla manifestazione di Catania e 4 mila a quella di Messina. A Roma in 15 mila hanno seguito a Piazza Farnese il comizio di Guglielmo Epifani. A Genova da questa mattina in 10 mila hanno aderito alla manifestazione di piazza Caricamento, mentre a La Spezia sono in 5 mila. "In pieno svolgimento - informa ancora la Cgil - anche le manifestazioni nelle piazze dei nove capoluoghi della Toscana dove complessivamente partecipano circa 20 mila lavoratori. Di rilievo la partecipazione a Reggio Emilia dove sono scesi in piazza in 5mila. In Puglia, a Bari oltre 3 mila lavoratori e 5 mila a Taranto. Grande la partecipazione anche in Basilicata, dove a Potenza stanno manifestando in 3 mila. In Umbria a Perugia si contano circa 3mila lavoratori".

Parlando a Roma il segretario generale Guglielmo Epifani ha chiesto una svolta nella politica economica dell'esecutivo, annunciando lo sciopero generale della scuola pubblica se il ministro Gelmini non si fermerà, e richiamando tutti alla difesa del pubblico impiego, dei salari, dell’informazione. Con un forte richiamo ai valori della Costituzione. Nella piazza storica della capitale lo ascoltavano in 15 mila: “La nostra parola d’ordine – ha ricordato Epifani – è chiedere una svolta della politica economica. Il governo si deve svegliare, e deve capire quello che succede nel paese, con una gravissima crisi dell’occupazione e quella dei salari. Sono questi i problemi fondamentali delle famiglie italiane, e su questo non ci risulta nessuna azione” da parte dell’esecutivo.

leggi di più
Guarda il video