"Con questa Conferenza di organizzazione, la Cgil sceglie con coraggio di cambiare, perché un grande sindacato deve essere sempre al passo con il lavoro, e questi sono tempi dove il lavoro cambia velocemente e la Cgil non può permettersi di restare indietro”: così Nino Baseotto, segretario nazionale della confederazione, nel corso di un'intervista a RadioArticolo1, ha illustrato i temi del prossimo appuntamento del sindacato. La conferenza si terrà a Roma il 17 e 18 settembre. Nella mia relazione d’apertura - ha detto il dirigente sindacale durante il programma Italia Parla (podcast) - ci sarà sempre la parola 'noi', perché è un’espressione collegiale e noi non usiamo parole individuali, ma ci rivolgiamo sempre a tutti i nostri delegati e delegate. Il mio sarà un messaggio di fiducia, nella consapevolezza delle potenzialità, ma anche dei limiti e ritardi che ha la Cgil.

La Conferenza si occuperà naturalmente dei problemi organizzativi della confederazione, senza tralasciare la situazione politica e sociale del Paese. "Ma sarà anche l’occasione - prosegue Baseotto - per rispondere alle tante menzogne e nefandezze apparse di recente sulla stampa, che hanno raccontato cose incredibili su di noi. Come l’articolo di ‘Repubblica’ sul tesseramento, che ha parlato di crollo vertiginoso degli iscritti Cgil, confrontando il dato di fine tesseramento 2014 con la situazione in progress di metà anno 2015. Un clamoroso falso, sbattuto in prima pagina, con un gravissimo danno d’immagine per la Cgil”, ha proseguito il responsabile organizzativo di corso Italia.

“Noi abbiamo creato meccanismi interni di trasparenza, e non ci accontentiamo di contare gli iscritti, ma svolgiamo più verifiche, incrociando i dati con i versamenti delle quote tessere, e mediante un programma informatico nazionale, sottoponiamo al controllo ogni iscritto che rinnova la tessera. Questo, per evitare doppioni o che insorgano possibilità di errore. Ovviamente, sono procedure che richiedono tempo e fatica, e saremmo un’organizzazione poco credibile se a metà anno dichiarassimo di aver già raggiunto i risultati dell’anno prima. Faccio un esempio per chiarirci ulteriormente. Ogni anno, abbiamo a che fare con un turn over di circa il 20% sul totale degli iscritti, cioè circa un milione di persone, per varie ragioni, cambiano lavoro, non rinnovano la tessera, vanno pensione o, come nel caso dello Spi, circa 200.000 muoiono. In tal modo, ogni anno, per fare gli stessi iscritti, dobbiamo iscrivere un milione di persone nuove: è un lavoro immane, che va fatto azienda per azienda, categoria per categoria, le cui somme le tiriamo a fine dicembre”, ha spiegato l’esponente Cgil.

Alla Conferenza si parlerà di territorio, perché il lavoro sta cambiando e il territorio diventa fondamentale: "è il nuovo confine entro cui sta il lavoro. Fino a un po’ di anni fa, il lavoro era riconducibile alle mura di un’azienda o al perimetro di un cantiere. Oggi è tutto diverso - spiega Baseotto - , e se un sindacato vuol rappresentare i lavoratori, deve essere radicato sul territorio, con strutture non burocratiche, ma che consentano ai nostri uomini e donne di non aspettare dietro una scrivania il lavoratore o il pensionato che viene a sottoporci i suoi problemi e che ha bisogno della tutela sindacale”.

Altro argomento in primo piano alla Conferenza, la contrattazione. Spiega Baseotto: “Non possiamo più accontentarci di una contrattazione, sia essa nazionale, territoriale o aziendale, che non includa un pezzo sempre più rilevante di lavoratori. Questo è un problema per il sindacato, che fonda la propria legittimità sulla capacità, mediante la contrattazione, di rappresentare e tutelare la maggioranza del mondo del lavoro. Abbiamo bisogno di una contrattazione che parli di più e meglio soprattutto ai giovani, con un’impostazione generale confederale che tenga assieme gli interessi e i bisogni di tutti. Se un sindacato non fa questo, ha un problema serio di tenuta e logoramento della sua funzione”.