L'ex segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini ha presentato ieri (29 settembre) un esposto al presidente del collegio statutario della Cgil, denunciando che "con la firma dell'accordo del 28 giugno e dell'intesa applicativa, la segreteria della Cgil ha operato senza la legittimazione prevista dallo statuto della confederazione". Lo riferiscono stamani le principali agenzie di stampa.

L'esponente dell'area "La Cgil che vogliamo" si riferisce all'articolo 6 dello statuto in cui è stabilito, in merito all'approvazione di accordi, che "per la Cgil, in assenza del mandato di tutti i lavoratori, le lavoratrici, i pensionati interessati, è vincolante il pronunciamento degli iscritti".

"La prescrittività della norma - si legge nella nota di Rinaldini - impedisce che il pronunciamento degli iscritti possa essere sostituito da qualunque altro tipo di mandato, compreso quello del direttivo nazionale, e stabilisce che il mandato degli iscritti è la conditio sine qua non per la sottoscrizione di un accordo".

"Non essendo state rispettate queste condizioni", conclude, è necessario "il pronunciamento sull'applicazione della norma al presidente del collegio statutario, organo di garanzia e interpretazione statutaria, nonché di controllo sulle procedure e gli atti degli organismi e delle strutture della Cgil".