È stato firmato oggi (13 giugno) il rinnovo della convenzione tra Cgil e Aamod per la produzione, conservazione e diffusione degli audiovisivi sul movimento operaio, il lavoro e i diritti. A siglare il testo sono stati il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e il presidente dell'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, Vincenzo Vita, nella sede nazionale della confederazione nel corso dell'iniziativa “Cinema? Diritti? Ci metto la firma...”.

Un protocollo che viene da lontano, con la prima firma nel 1985, e che oggi è stato rilanciato raccogliendo la sfida della digitalizzazione dei contenuti (qui la storia dell'accordo). Prima di questo, però, sono stati proiettati filmati di repertorio depositati presso l'Archivio storico della Cgil e digitalizzati dal Centro sperimentale - Archivio del cinema d'impresa di Ivrea. Sullo schermo varie immagini nel corso dei decenni, nel video che proponiamo qui sotto, a rimarcare concretamente il significato della memoria: la commemorazione di Giuseppe Di Vittorio a Cerignola con Novella, Lama e Sallant nel 1964, la manifestazione del Primo Maggio 1966 a Roma, lo sciopero generale contro il carovita e i licenziamenti a Torino del 1972, il comizio di Bruno Trentin a Napoli nel 1974.

A seguire è stato proiettato il film di 6 minuti Uno spettro si aggira per l'Europa, di Paolo Di Nicola e con la partecipazione di Paolo Pietrangeli, realizzato dall'Aamod e dalla Cgil per i 200 anni dalla nascita di Karl Marx, “il nostro nonno”, come è stato definito. Lo stesso Pietrangeli ha ricordato una lunga stagione di lotte e canzoni, sottolineando la necessità di tramandarla ancora oggi e domani.

“Il movimento operaio ha salvato la democrazia italiana”. Lo ha detto il presidente dell'Aamod, Vincenzo Vita, al momento della firma. “Il rinnovo della convenzione è molto importante: si ribadisce il reciproco utilizzo dei materiali, naturalmente, ma nel testo c'è anche una sfida. Il digitale e la moltiplicazione di piattaforme all'inizio sembrò un'apertura al pluralismo, invece oggi assistiamo a una concentrazione enorme di alcuni colossi, come Google e Amazon, che hanno il predominio mediale sulla conoscenza, perfino sui nostri dati. Ebbene, vogliamo contrastarli attraverso la formazione, la conservazione e la diffusione democratica dei contenuti. All'oligarchia dei dati opponiamo la potenza del movimento operaio, perché senza memoria non si capisce il presente e il futuro”. L'Aamod onorerà la convenzione attraverso l'opera di digitalizzazione che continua. L'Ediesse, casa editrice della Cgil, ha donato all'archivio una serie di volumi sulla storia del lavoro e dei diritti.

Paolo Pietrangeli

“Colpisce molto l'attualità dei soggetti, c'è un tema ricorrente in tutti i filmati: la nettezza delle parole del movimento operaio che oggi sono scomparse. Questa riflessione deve accompagnare la firma del rinnovo della convenzione”. Ha esordito così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “Conservare la memoria di questi tempi è già un grande risultato – ha osservato –, renderla disponibile in digitale rappresenta un passo ulteriore. La convenzione quindi non viene solo rinnovata, ma produce anche nuove iniziative”.

Camusso ha citato Di Vittorio. “Già lui sottolineava il valore della cultura, e insieme la necessità di non essere subalterni rispetto alla cultura, soprattutto per un movimento operaio di estrazione contadina. Allora rivolgersi agli intellettuali non era un omaggio, ma una rivendicazione”. Oggi invece c'è una cancellazione del movimento, ha detto Camusso: “Troppi si dimenticano che è proprio il conflitto che porta il progresso, in ogni campo, e la storia del lavoro viene rimossa. Al contrario, noi con l'Aamod, abbiamo un patrimonio reciproco di piccole e grandi cose, che compongono un tessuto che ha fatto crescere la democrazia del Paese. Raccogliamo quindi la sfida della tecnologia, cercando inoltre di interpretare come si evolve la comunicazione”.

La storia del movimento operaio non è corporativa, ha osservato il segretario generale. “Tutto ciò che il movimento ha ottenuto non era per se stesso, ma per l'insieme della società italiana: è una grande storia di democrazia e relazioni, con la capacità di influire sulla condizione di tutti. Allora – ha concluso – proviamo a fare una cosa fondamentale: proporre la memoria come radici ma anche come insegnamento, come certezza per l'oggi. Utilizziamo al meglio la nostra convenzione, perché ne abbiamo tutti bisogno”.

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, I.Romeo