“Non passeremo delle buone feste. Babbo Natale ci porterà come regalo le lettere di licenziamento, ci sarà un impatto sociale drammatico. Noi non vogliamo arrenderci, per combattere la crisi serve investire non licenziare". Questa la sostanza della lettera aperta diffusa oggi della Rsu e dei lavoratori CementirSacci di Greve in Chianti, in provincia di Firenze.

"Sarà senza dubbio un pessimo Natale quello che passeranno i lavoratori occupati nella cementeria CementirSacci di Greve in Chianti (e non solo purtroppo) - si legge nel testo -.Il regalo che riceveranno nei prossimi giorni sarà una fredda lettera di licenziamento, che decreterà la fine del loro rapporto di lavoro dopo un lungo periodo di incertezza, sofferenze economiche e famigliari, iniziato nell’ormai lontano 2008. E’ infatti iniziata in quel periodo la crisi industriale che ha colpito la storica cementeria della Sacci spa oggi CementirSacci, società storica per il nostro territorio. Società che per oltre un secolo ha diviso la nostra comunità fra chi percepiva la fabbrica come un mostro nel cuore del Chianti e chi, al contrario, la viveva come una risorsa importante non solo per le cento e passa persone che ci lavoravano, ma anche e soprattutto per l’enorme indotto lavorativo che ha alimentato una fabbrica di quella portata".

La lettera quindi prosegue: "Ora le cose sono molto diverse: la profonda crisi industriale che attraversa il nostro paese mette alla porta migliaia di lavoratori, come se questa fosse l’unica cura da somministrare ad un paese malato che a livello industriale non sa più rilanciarsi. La cementeria di Greve non fa eccezione così, approfittando del passaggio di Babbo Natale nel periodo natalizio, verranno recapitate 32 lettere di licenziamento per altrettanti lavoratori. 32 famiglie che pagheranno colpe di altri: la crisi non può certo essere imputata a loro, ciò nonostante, come già accaduto nel 2014, si continua a rendere necessario per la salvezza aziendale l’abuso indiscriminato del licenziamento collettivo".

"Cambiano i padroni - dunque -, ma a pagare le conseguenze di questa crisi sono sempre le categorie più deboli. Il risultato di tutto questo non garantisce la salvaguardia della fabbrica, come il nostro passato c’ha insegnato, ma sicuramente avrà un impatto sociale drammatico. La crisi colpisce tutti i settori, e rende praticamente impossibile potersi reinserire nel mondo del lavoro, se sei un padre o una madre di famiglia con magari più di 40 anni. Questo mondo, nella maggior parte dei casi, ti riserva precarietà a qualsiasi condizione, facendo perdere alle persone non solo potere d’acquisto e fiducia nel futuro, ma anche la dignità. Comunque noi non ci arrendiamo, vogliamo continuare a lottare ed a credere che per salvare l’imprenditoria italiana non sia sempre necessario licenziare, ma possa essere determinante, una volta tanto, investire e credere nel futuro. I lavoratori dello stabilimento di Greve in Chianti augurano un felice Natale, con la speranza che il 2017 porti serenità e fiducia a tutti", concludono le Rsu.