Arriva l'accordo per il rinnovo contrattualre dei chimici. Lo riferisce una nota della Filcem. Partiti con tre piattaforme separate, i sindacati di categoria dopo un confronto serrato sono approdati positivamente all'a intesa unitaria.

L'ipotesi di accordo è stata siglata oggi (18 dicembre) a Milano, prima della scadenza del 31 dicembre prossimo, da Filcem Cgil, Femca Cisl, Uilcem Uil, Federchimica e Farmindustria. Viene rinnovato il contratto nazionale del settore chimico-farmaceutico riferito al triennio 1 gennaio 2010 – 31 dicembre 2012 (oltre 200mila i lavoratori interessati, impiegati in più di 1.700 imprese, il 90% delle quali piccole e medie). L'intesa prevede un aumento medio complessivo di 150 euro, di cui 135 euro distribuiti sui minimi, in tre tranches: dal 1 gennaio 2010, 38 euro; dal 1 gennaio 2011, 48 euro; dal 1 gennaio 2012, 49 euro. 

In sostanza, nel triennio 2010-2012 entreranno nelle buste paga dei lavoratori 3.626 euro in più, montante questo superiore – se rapportato al triennio – al risultato conseguito nel biennio precedente 2008-2009 (3.452 euro, n.d.r.), “che – fanno rilevare soddisfatti i sindacati – rappresenta una concreta risposta in difesa del reddito dei lavoratori del settore, falcidiato dalla crisi”. Nell'ambito della durata contrattuale, le parti verificheranno eventuali scostamenti degli aumenti sulla base dell'inflazione reale.

“Avevamo scommesso che il vero banco di prova – afferma il segretario generale della Filcem, Alberto Morselli – sarebbe stato il merito, la sola possibilità concreta per valorizzare il contratto nazionale e ricostruire attraverso il negoziato  l'unità sindacale e il rapporto democratico con i lavoratori. I risultati conseguiti – prosegue – ci hanno dato ragione: l'indice Ipca previsto nell'accordo separato è superato nei fatti, prova ne è che Federchimica e Farmindustria, in ossequio a quell'accordo, avevano proposto un aumento pari a 102,50 euro, mentre portiamo a casa un aumento medio complessivo di 150,00 euro, conglobando gli scatti di anzianità”.  E' stato un negoziato "vero, sincero, innovativo - a suo giudizio -, che ha fatto rivivere più in generale l'autonomia delle categorie, e confermato la capacità dei chimici di saper individuare una soluzione complessivamente positiva. Inoltre abbiamo esteso e rilanciato la contrattazione di secondo livello, soprattutto per migliorare professionalità,  produttività e, di conseguenza, i premi di partecipazione”.

L'ipotesi di accordo prevede anche – a totale carico delle imprese – 10 euro (0,45%)  in più per le prestazioni previdenziali di Fonchim (il fondo di previdenza complementare del settore, più di 163.000 gli aderenti, pari a quasi il 90% degli addetti)  mentre in Faschim (il fondo integrativo sanitario del settore con 116.000 iscritti) si ridurrà del 50% l'attuale quota versata dai lavoratori iscritti (da 6 a 3 euro): con l'estensione sperimentale poi di Welfarma (il tavolo di concertazione sulle crisi, n.d.r.) a tutto il settore  si consolida quel “welfare contrattuale”, da sempre fiore all'occhiello della categoria. “Anche per questa via – spiega Morselli – abbiamo aiutato i lavoratori, in particolare per Faschim che – lo voglio ricordare -  rappresenta una risposta efficace allo strapotere delle polizze assicurative individuali, sempre più mercantili e sempre meno propense a coprire il bisogno sanitario non fornito dal Servizio sanitario nazionale”.

Altri incrementi contrattuali di rilievo sono previsti per i lavoratori in turno continuo, la cui indennità viene rivalutata di 1 euro, e per i quadri (l'indennità di funzione sale a 190 euro per la cat. A e a 100 euro per la cat. B, dagli attuali 172 e 90 euro).  Di rilievo, il nuovo contratto fornisce un forte impulso  alla estensione della  contrattazione di 2° livello, rafforzando il ruolo delle Rsu e dei livelli territoriali: è stata modificata infatti la soglia dimensionale delle imprese (dai precedenti 100 agli attuali 70 dipendenti) per la diffusione del premio di partecipazione  e incrementata l'indennità sostitutiva di 2 euro/mese (che passa dagli attuali 24 a 26 euro/mese) per quelle  aziende che non ne fruiscono. Sui temi di scottante attualità come ambiente, salute e sicurezza, poi, si è ottenuto un aumento delle ore di attività formativa e l'istituzione di un apposito libretto formativo nel quale saranno registrati i percorsi formativi di ciascuno, oltre ad una maggiore diffusione delle “linee-guida”.

Inoltre sul mercato del lavoro c'è l'obiettivo dichiarato, per contrastare il fenomeno della precarietà, di puntare decisamente alla stabilizzazione occupazionale, definendo sia pur in via sperimentale – a fronte di un inserimento a tempo indeterminato - l'allungamento del periodo di prova per i giovani di prima occupazione, che rappresenta una vera novità nel panorama del mercato del lavoro italiano. Infine, la sensibilità delle parti sulla formazione continua e la riqualificazione per tutti i lavoratori, ha prodotto un piano straordinario rivolto  proprio ad un ulteriore sostegno delle azioni formative (d'ingresso, addestramento, continua, congiunta) particolarmente rivolto ai lavoratori in cassa integrazione e mobilità (oltre 50.000 solo negli ultimi mesi, n.d.r.).

L'ipotesi di accordo stipulata sarà sottoposta unitariamente al vaglio delle assemblee dei lavoratori, secondo l'accordo che le federazioni dei chimici si erano date unitariamente fin dal febbraio 2008.

» Il testo dell'accordo