PHOTO
L’occupazione continua. Sul terrazzo del laboratorio Myrmex, nella zona industriale di Catania, i 69 lavoratori cassintegrati del laboratorio d’eccellenza di ricerca farmaceutica continuano la loro protesta ad oltranza. “Per l'ottavo giorno consecutivo ci troviamo a lottare per la sopravvivenza del nostro lavoro e del centro stesso – dice Margherita Patti, segretario generale della Cgil e lavoratrice Myrmex - Nei giorni scorsi abbiamo sentito il calore dei cittadini catanesi che in tanti modi ci hanno manifestato la loro solidarietà, a livello personale e sul web, e abbiamo ricevuto la visita solidale del sindaco Bianco che si è impegnato a riportare la vertenza sul tavolo nazionale con Palazzo Chigi, ma anche all’attenzione della Regione e la visita delle deputate nazionale e regionale, Luisa Albanella e Concetta Raia. Tanta attenzione ci restituisce coraggio".
Ma i lavoratori Myrmex tengono duro. "La protesta continuerà - spiegano - sino a quando la Regione Sicilia non ci dirà la verità sul nostro destino. Sono trascorsi troppi mesi di confronti, promesse, illusioni. Oramai, a fronte del conto alla rovescia per l’ultima tranche del nostro ammortizzatore sociale che scadrà nel maggio del 2016, vogliamo solo che si percorra la strada della salvezza, che in realtà era già stata segnata con tanto di accordo istituzionale”.
Il rischio, altrimenti, è che i lavoratori Myrmex si ritrovino nel 2016 a tutti gli effetti disoccupati e senza trattamenti economici. "Un rischio serio e molto concreto - sostiene la Cgil di Catania - dopo che nei mesi scorsi sembrava che alcuni potenziali compratori arabi fossero interessati all’acquisto del laboratorio, anche grazie alla mediazione del Comune di Catania, ma nulla è accaduto in tale senso".
Dunque, da oltre una settimana lo spirito di confronto dei lavoratori si è trasformato in disperazione, sino all’occupazione permanente del terrazzo della Myrmex. "Il tutto - conclude la Cgil Catania - sotto lo sguardo indifferente del Governo italiano che spesso assiste alla dismissione di laboratori simile al Myrmex, in direzione opposta alla valorizzazione della ricerca locale ma di respiro internazionale".