Dopo le drammatiche scene di repressione in Catalogna che hanno fatto il giro del mondo, il movimento sindacale spagnolo prende posizione e chiede di abbandonare immediatamente la linea della repressione. In un comunicato congiunto, Comisiones Obreras e Ugt esprimono la grande preoccupazione per il livello di tensione raggiunto. "Il tempo ci sarà la prospettiva del disastro collettivo che stiamo vivendo", ha dichiarato il segretario generale delle Comisiones Obreras Unai Sordo. Mentre il suo omologo del Ugt, Pepe Álvarez, ha ricordato che “questo è un conflitto politico che necessita di soluzioni politiche".

Quindi, dal sindacato spagnolo arriva una ferma condanna della repressione messa in atto dal governo. Ccoo e Ugt parlano infatti di un intervento "sproporzionato" che ha mostrato "la faccia più repressiva dello Stato", "contribuendo con la sua durezza ad accrescere la tensione". 

"La repressione non è la soluzione", ribadiscono i sindacati spagnoli che sottolineano come in Catalogna sia in atto una "indiscutibile mobilitazione sociale, che esprime, senza ombra di dubbio, l'esistenza di un conflitto politico che non può essere gestito con la unilateralità imposta dal governo, né con una visione esclusivamente amministrativa e giudiziaria. Tanto meno - insistono Ccoo e Ugt - quando questa gestione sfocia nella repressione della polizia che alimenta ulteriormente il conflitto".

Dai due segretari generali di Comisiones Obreras e Ugt, Unai Sordo e Pepe Álvarez, arriva dunque una richiesta per un radicale cambio di strategia: "Riconduciamo la situazione in uno scenario di dialogo tra i partiti e i governi, perché negoziato, deliberazione e democrazia sono l'unica via. Torniamo a chiedere a chi detiene le massime responsabilità su entrambi i fronti del conflitto a non adottare nuove soluzioni che possono aggravare lo scontro. Lanciamo un nuovo appello - concludono i due segretari - a sostituire la strategia della tensione con quella del dialogo e del negoziato".