"La protesta dei 75 ex lavoratori degli appalti Castelfrigo rischia di diventare un problema di ordine pubblico". A lanciare l'allarme è Marco Bottura, segretario generale della Flai Cgil Modena, che in una nota parla di "notizie che trapelano dall'interno del sito produttivo, riguardanti il possibile inserimento di nuovi ulteriori lavoratori esterni alla vertenza". Una forzatura che secondo Bottura potrebbe "far degenerare una situazione che finora è stata condotta nell'ambito della protesta pacifica e della non violenza".

"Mentre manteniamo il presidio permanente davanti all'azienda - spiega il segretario Flai Cgil - stiamo notando che i lavoratori somministrati e i dipendenti della Castelfrigo, stanno effettuando ore di straordinario che sembrano andare oltre l'orario di lavoro massimo previsto dalla legge. Per questo, per l'ennesima volta, la verifica ispettiva alla Dtl di Modena".

Bottura ricorda la lunga lotta portata avanti dai 75 ex lavoratori degli appalti Castelfrigo, con lo sciopero a oltranza iniziato il 17 ottobre 2017 e poi "la protesta estrema dello sciopero della fame" hanno messo all'attenzione dell'opinione pubblica, degli organi competenti, delle istituzioni e delle forze politiche il "sistema degli appalti che imperversa nel distretto agroalimentare modenese, un sistema di sfruttamento del lavoro, di evasione fiscale e contributiva e di connivenza tra imprese, poteri politici, gente di malaffare e financo organizzazioni sindacali compiacenti".

"In questa vertenza - insiste il segretario della Flai modenese - sono stati i 75 ex lavoratori degli appalti Castelfrigo ad aver cacciato, esponendosi personalmente, le false cooperative dalla Castelfrigo, cosa che non riesce ai tanti tavoli che da anni cercano di "ragionare" sul fenomeno dichiarando che comunque si deve partire dalla legalità. In altri territori - prosegue Bottura - vediamo qualche segnale (ad es. la recente indagine della Guardia di Finanza di Pordenone che riguarda un giro di false società di manodopera che arriva fino a Modena). Qui invece, ad oggi, gli unici soggetti davvero puniti sono i lavoratori che hanno protestato pacificamente e hanno utilizzato il diritto di sciopero previsto dalla nostra Costituzione, divenuto poi elemento di discriminazione (scritto senza pudore nero su bianco) per il loro definitivo allontanamento".

Secondo la Flai Cgil, quindi, "se in questi giorni arrivasse la beffa di occupare addirittura lavoratori da fuori (esterni alla vertenza) o che si svolgono ore di straordinario oltre i limiti di legge, sarebbe difficile continuare a spiegare che bisogna affidarsi alle leggi dello stato democratico. Le parti sociali di un territorio non possono attendere i terzi gradi di giudizio per fare una politica industriale e sociale, per dire quale sarà il futuro di un territorio. Vogliamo davvero convivere con i prestanomi, i caporali, la malavita? E che dire dell'umiliazione di firmare un mandato sindacale per poter continuare a lavorare? Si prenda posizione e si dica quale futuro vogliamo davvero, indicando le precise responsabilità".

Intanto, al presidio (che continua) degli ex lavoratori Castelfrigo è arrivata la solidarietà dei lavoratori di Hera che hanno raccolto fondi a sostegno dei lavoratori espulsi dal sito. L'intero ricavato sarà trasformato in buoni spesa che verranno distribuiti in parti uguali ai lavoratori.