Rischio aggressioni nelle carceri dell'Emilia Romagna, dove si registrano tensioni causa il sovraffolalmento e la carenza di personale di polizia penitenziaria. E' l'allarme che arriva oggi (20 luglio) dal Sappe (Sindacato di polizia penitenziaria). Ieri sera, lunedì 19 luglio, verso le 22.30, un detenuto extracomunitario, dopo essere stato trasferito dal carcere di Parma all'ospedale della stessa città, ha aggredito uno degli agenti ed ha tentato di evadere.

Il detenuto, in carcere da pochi giorni per reati legati alla droga, è stato immediatamente bloccato prima che si allontanasse definitivamente dall'ospedale. Sempre ieri, nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, un internato ha aggredito prima il medico, sbattendolo contro le inferriate, e poi i due agenti di polizia penitenziaria intervenuti, i quali sono stati feriti entrambi. Uno di loro è stato giudicato guaribile in cinque giorni e l'altro in dieci.

"Sarebbe opportuno - commenta Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe - un intervento deflattivo dei detenuti e un adeguato incremento di organico della polizia penitenziaria. A Parma ci sono circa 530 detenuti, a fronte di una capienza di circa 400 posti: il personale di polizia penitenziaria è di 370 unità, delle quali 90 sono distaccate a prestare servizio in altri istituti. L' organico previsto dal decreto ministeriale è di 471 poliziotti penitenziari. Attualmente - prosegue - nel carcere di Parma ci sono 3 reparti detentivi chiusi per ristrutturazione e non potranno essere aperti per mancanza di personale".