LECCE - “Il tempo è contro di noi, occorre far presto perché la stagione delle grandi raccolte è alle porte e servono progetti concreti”. È l’appello lanciato dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso nel corso della conferenza stampa indetta dalla Flai sul Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, firmato ieri (27 maggio) a Roma presso il ministero del Lavoro.

Nel suo viaggio nelle città italiane ha fatto tappa in piazza Sant’Oronzo a Lecce, dove sono in corso le Giornate del Lavoro, la Tenda Rossa della Flai, simbolo della lotta allo sfruttamento in agricoltura di cui il protocollo sottoscritto ieri “è importante perché fin dal titolo scelto – afferma Camusso – dimostra che nelle istituzioni c’è coscienza che esistono ghetti nelle nostre campagne in cui vivono in condizioni non dignitose tanti lavoratori. Occorre uscire dai ghetti ma offrendo un’alternativa”. E proprio i servizi per l’accoglienza sono tra le azioni previste dal protocollo. “L’accordo azzera tutti gli alibi che utilizzando le aziende per giustificare il ricorso al caporalato”.

 

Dall’intermediazione dei rapporti di lavoro ai trasporti, dalla questione abitativa alla repressione, “anche se continuiamo a chiedere che il disegno di legge in discussione completi il suo iter, e tra le misure previste vi è quella che fa ricadere la responsabilità penale anche su chi fa ricorso ai caporali, sulle imprese”. Una battaglia, quella della Cgil, “che guarda alle condizioni del lavoro – conclude il segretario generale – ma anche alla qualità dell’agricoltura italiana. Le aziende che hanno aderito a strumenti di certificazione etica come il bollino di qualità hanno avuto riscontri importanti sul mercato. A dimostrazione che c’è un mondo molto più etico delle nostre imprese”.

Un atto di civiltà. Lo definisce così il protocollo la segretaria generale della Flai, Ivana Galli, intervenuta alla conferenza stampa. “Un risultato che arriva dopo un lungo percorso di battaglie che la Flai e la Cgil hanno condotto contro il caporalato. Un fenomeno che non è solo del Sud del paese se è vero che tra le cinque regioni coinvolte assieme a Puglia, Campania, Sicilia e Calabria c’è anche il Piemonte. Ma è vero che le sette province coinvolte dal progetto sperimentale tre sono pugliesi: Foggia, Bari e Lecce, per dire dell’emergenza che si vive in questo territorio”.

Proprio dal segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, è arrivato l’appello al presidente della Regione, Emiliano: “Abbiamo fatto belle leggi, ottimi accordi, ora è il tempo di trasformazione queste intuizioni politiche in fatti concreti. Non vogliamo rivivere un’altra estate drammatica come quella dello scorso anno. Si deve aprire immediatamente un tavolo in sede regionale. Ci sono i fondi europei della misura 8.1 per rendere operativo questo protocollo, per dare risposte concrete”.

Per tenere alta l’attenzione sul tema del contrasto al caporalato, “il 25 giugno assieme a Fai Cisl e Uila Uila – spiega Giuseppe Deleonardis, segretario generale della Flai Puglia – a Bari si terrà una manifestazione nazionale. Il tema dello sfruttamento del lavoro e delle persone deve essere vissuto da tutta l’opinione pubblica e dalle istituzioni come qualcosa di non più sostenibile. Il protocollo in qualche modo richiama le azioni messe in campo in questi anni nella nostra regione, e di questo non possiamo che essere orgogliosi”.