“Un discorso alto e condivisibile”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Come ha sottolineato il presidente Mattarella - afferma Camusso - la Costituzione con il suo patrimonio di valori, di principi e regole, costituisce la nostra casa comune. In essa il lavoro assume un ruolo centrale ed è apprezzabile che nel suo discorso il Presidente si auguri di trovarlo in ogni famiglia e, ancor più significativo, che chieda un lavoro dignitoso, tutelato, sicuro e dotato di diritti”.

“Così non è stato - ha aggiunto Camusso - nel quinquennio passato. La XVII legislatura, con interventi legislativi punitivi nei confronti del lavoro, ha abbassato le tutele e diminuito I diritti, reso il lavoro più debole e attaccato esplicitamente il sindacato confederale. Gli effetti non sono stati l’aumento dell’occupazione stabile, l’arrivo di multinazionali, la qualificazione professionale, ma esattamente il loro opposto”.

“La precarietà - ha proseguito il segretario generale della Cgil - è aumentata ed è diventata, in molti casi, una vera e propria forma di sfruttamento, quando non di schiavismo. La povertà è aumentata e oggi coinvolge drammaticamente anche le famiglie in cui un lavoro c’è. La dispersione scolastica e la fuga delle competenze sono aumentate al punto che i giovani ormai lasciano il nostro Paese o prospettano di farlo anche solo per trovare un lavoro, pur che sia, dignitoso e rispettoso delle proprie capacità”.

“È giusto dunque - ha concluso Camusso - l’auspicio del presidente, a cui vanno la stima e gli auguri di tutta la Cgil. Ci auguriamo che la prossima legislatura sappia dialogare con il sindacato confederale, correggere le storture e gli errori di quella passata e dare una prospettiva di lavoro a chi risiede nel nostro Paese e in particolare ai giovani”.