“Ieri un altro lavoratore edile ha perso la vita in un cantiere di ristrutturazione del liceo Mercalli a Napoli mentre il ministro Sacconi teneva un convegno sulla flessibilità e la formazione. Ed è proprio la flessibilità, o meglio la precarietà che si dovrebbe mettere sotto accusa per quanto attiene il dramma degli infortuni mortali e non sui cantieri edili”. E’ quanto afferma in una nota il segretario regionale Fillea Cgil Campania, Giovanni Sannino.

“Spiace – si legge nella nota – che si tenti di fare un accostamento tra la morte del lavoratore al Mercalli e le responsabilità che il ministro ha voluto imputare a quei lavoratori che lavoravano senza casco in un cantiere nelle vicinanze della sede del convegno. I dispositivi personali di sicurezza sono una conquista delle lotte dei lavoratori, ma non sono l’unica concausa degli infortuni sul lavoro. È un’operazione maldestra – aggiunge il segretario – perché tutti e il ministro in primis, sanno che le cause della piaga delle morti sul lavoro stanno nella deregolazione del sistema di lavoro e di affidamento degli appalti che i vari provvedimenti del governo hanno favorito, a partire dalle modifiche vanificatorie apportate al testo unico per la sicurezza”.

“Nella diffusione in aumento – prosegue la nota – esponenziale del massimo ribasso (fino al 40 per cento) che, scarica sulla sicurezza e sulla regolarità i costi del risparmio, incentiva la frammentazione produttiva del settore producendo un sistema d’impresa che non supera la dimensione media di ¾ dipendenti vanificando ogni sforzo sulla formazione alla faccia della patente a punti a cui si aggrappa il ministro. Per non parlare – sottolinea il dirigente sindacale – dello svuotamento della funzione repressiva degli ispettorati del lavoro, l’abbassamento delle sanzioni, l’affievolimento della responsabilità in solido dell’appaltante e della committente”.

“Sui cantieri aumenta il lavoro grigio e le aziende utilizzano gli ammortizzatori sociali dei lavoratori facendoli lavorare al nero. Ci vogliono – conclude Sannino – controlli sistematici e coordinati, formazione e informazione, responsabilità delle istituzioni/committenze, dei direttori dei lavori e coordinatori della sicurezza e soprattutto meno precarietà ed incertezza del diritto”.