“Fra le nostre priorità c’è la contrattazione in tutte le sue forme, che dobbiamo praticare con un marcia in più, quella dell’inclusione”. Il segretario della Camera del lavoro di Cagliari Carmelo Farci ha affrontato subito, nell’ampia relazione introduttiva della conferenza di organizzazione della struttura confederale, che si è svolta oggi (1 luglio), uno dei temi cruciali del dibattito in corso in casa Cgil: “Dare voce e rappresentanza a una gran parte mondo del lavoro che noi non intercettiamo quasi mai”.

Di fronte alla platea di 170 delegati riunita nel capoluogo sardo, Farci ha toccato tutte le tematiche contenute nel documento nazionale, declinandole nella realtà territoriale cagliaritana: “È vero che facciamo tanto – ha aggiunto –, ma abbiamo un forte deficit: non tuteliamo chi spesso sta ai margini del ciclo produttivo”.

Da ciò deriva “un’opportunità incredibile per noi, per attuare la contrattazione e fare nuovi iscritti, ripartendo dai luoghi di lavoro, valorizzando la partecipazione dei delegati e degli iscritti, coinvolgendoli nel dibattito sindacale e nella vita interna all’organizzazione”. E ancora, Farci ha individuato fra le priorità della Cgil “la necessità di dar voce alle realtà più piccole, dove dobbiamo intercettare i bisogni delle persone, anche ricercando l’unità sindacale per costruire momenti di dialogo con i soggetti rappresentativi della società e arrivare a una contrattazione sociale che, attraverso il confronto con le istituzioni locali, sappia dare risposte alle esigenze delle persone che rappresentiamo e della collettività”.

A fine mattinata, l'intervento del segretario generale della Cgil regionale Michele Carrus, che ha affrontato il nodo della riorganizzazione in Sardegna e ha osservato che “bisognerà tener conto anche dell'imminente riforma delle autonomie locali”. “Le nostre strutture territoriali – ha detto Carrus – rispondono oggi a una geografia istituzionale soggetta a profonde modifiche, e questo non può essere per noi indifferente”.

Il segretario regionale ha poi sottolineato come “il nostro punto di riferimento sono le persone che rappresentiamo e a loro dobbiamo pensare quando ci organizziamo nel territorio, perché contano i numeri per le battaglie che facciamo, ma anche la qualità della nostra azione sindacale, cioè la nostra capacità di rispondere con autorevolezza ed efficacia ai problemi quotidiani dei lavoratori e, insieme a questo, alla necessità di costruire una proposta di rilancio produttivo della nostra regione, profondamente in crisi”. “Occorre fare scelte ponderate e condivise – ha proseguito il numero uno della Cgil sarda –, ma non è possibile non scegliere, non cambiare nulla, perché ne va del futuro di tutti noi. Un futuro – ha concluso Carrus – che dipende dalla forza, dal coraggio e dall'impegno che investiremo in questo progetto di rinnovamento della nostra organizzazione”.

Il dibattito, proseguito nel pomeriggio, si è chiuso con l'intervento del segretario confederale della Cgil nazionale Nino Baseotto.