Può sembrare stravagante avviare una ricognizione della contrattazione aziendale acquisitiva che, a Bologna, si svolge da tanti anni ma che oggi deve fare i conti con ciò che, nel patrimonio produttivo bolognese, ha comportato il passaggio devastante della crisi. Se non fosse per i 1.228 accordi cosiddetti difensivi, in particolare sulla cassa integrazione (314 per l’ordinaria, 226 per la straordinaria e 204 per la Cassa in deroga) oggi per le 34.600 persone coinvolte da tali difese, ci sarebbe poco da acquisire. Eppure, si direbbe misteriosamente, oppure come un segnale da decifrare per il futuro, qualcosa si muove. Nella direzione tradizionale di ciò che in azienda il sindacato fa per migliorare la condizione di chi ci lavora.

Ma andiamo con ordine e partiamo dai settori in cui tali accordi appaiono più sorprendenti. Nel settore chimico, dove le aziende scomparse non sono poche, la Renner, multinazionale che produce vernici, erogherà a ciascuno dei suoi 200 dipendenti di Minerbio, circa 3.500 euro lordi all’anno in due tranches, grazie al risparmio energetico promosso in azienda e attraverso la distribuzione ai dipendenti di una parte dell’utile aziendale. L’accordo è al terzo anno di applicazione e ci sono buone prospettive di rinnovo. E’ovvio rilevarlo ma tutto ciò accade in un contesto aziendale fortemente orientato all’export.

Alla Alfa-Wasserman, del comparto chimico farmaceutico, con sedi a Bologna e Milano, in un bell’accordo siglato da Roberto Guarinoni, che prevede punti di innovazione anche sul piano delle relazioni sindacali e della responsabilità sociale dell’impresa, il premio di partecipazione (su base triennale) è di circa 2.400 euro l’anno e si aggiunge alle quattordici mensilità che vengono già erogate ai 650 dipendenti dell’impresa. Alla Inver, che sempre a Minerbio fa vernici facendo concorrenza alla Renner e ha 350 dipendenti a cui se ne aggiungono altri 300 in varie sedi europee, è stato siglato un accordo che definisce impegni aziendali su investimenti, ricerca e formazione. Il premio di partecipazione è fissato in 1.600 euro l’anno per il 2014 (saranno 1.650 nel 2016) e sarà in funzione del raggiungimento di obiettivi di redditività, qualità e produttività.

“Sono tre esempi di una contrattazione più capillare e diffusa che testimonia la capacità propositiva delle nostre strutture sindacali – ci dice Giacomo Stagni segretario Filctem Cgil – ma sono anche la prova che investire sulla qualità delle relazioni sindacali non è per niente di ostacolo, anzi favorisce lo sviluppo della produttività aziendale”. Passiamo ad altri accordi, seguiti in questo caso dalla Filcams. In un’azienda famosa nel mondo, la Furla, storico marchio della pelletteria bolognese, ci sono 230 dipendenti dell’azienda bolognese di S.Lazzaro di Savena e 900 sparsi nel 167 negozi aperti nel mondo. Per tutti questi lavoratori (quasi 1.200 quindi) il contratto integrativo siglato all’inizio di giugno ha comportato la corresponsione di una ulteriore mensilità.

E’ un premio di risultato quantificabile dal 5 al 10 per cento dello stipendio lordo finale suddiviso fra i diversi livelli presenti in azienda. Ma non solo di questo si parla nel contratto – fa notare Luca Taddia della Filcams: “ci sono anche le pause retribuite e le coperture del 100 per cento dei primi tre giorni di malattia”, a dimostrazione che, attraverso la contrattazione aziendale, si possono recuperare ferite inferte dal contratto nazionale” (contratto che come è noto non è stato sottoscritto dalla Filcams). Passiamo a un altro accordo, recentissimo e sempre seguito da Taddia. A Bologna Welcome, azienda di promozione turistica e di forti prospettive per il futuro, l’integrativo firmato estende ai nuovi assunti importi di salario aziendale, aggiuntivi rispetto alle tabelle nazionali, di cui usufruivano i lavoratori già in forza all’azienda. La quantità dell’aumento che va ai neo-assunti sta in un range che va dai 204 euro al quarto livello ai 320 euro per il primo livello.

Per Sonia Sovilla, Segretaria della Filcams di Bologna, i due accordi citati, che stanno in una pratica contrattuale aziendale assai più estesa, “testimoniano, per  il solo fatto di essere stati siglati in aziende che solo fino a poco tempo fa non eravamo in grado di seguire, il necessario rinnovamento a cui dobbiamo guardare. Rinnovamento che significa apertura a nuove abitudini nell’approccio contrattuale e la necessità di individuare nuovi settori di intervento per estendere la nostra rappresentanza. Bologna Welcome e il suo legame con la promozione turistica a Bologna è, in questo senso, un esempio illuminante”. Nel settore grafico tra gli accordi acquisitivi si segnalano quello alla Renografica, alla Conti Editore e alla Poligrafici Il Borgo.

Alla Renografica, con sede in Bologna, l’integrativo aziendale appena rinnovato (luglio 2014) ripropone un punto che già c’era nel precedente accordo: ai lavoratori, con figli in età scolare, viene riconosciuto un contributo pari al 100 per cento delle spese sostenute per i libri scolastici di ciascun figlio. Alle lavoratrici in maternità facoltativa vengono riconosciuti due mesi in più di astensione rispetto a quelli previsti dalla legge (si arriva quindi a 8), integrando con il 20 per cento ulteriore di retribuzione. L’immancabile premio di risultato è pari a 500 euro annuali. Ma nel rinnovo appena siglato c’è una novità interessante: nel caso in cui si dovesse utilizzare manodopera esterna in appalto, l’azienda si fa garante di far applicare il contratto unitario confederale di categoria del settore in cui operano gli appaltatori.

Giuseppe Ledda, da poco Segretario regionale Slc ma che ha seguito il settore grafico bolognese per otto anni, dopo averci spiegato l’accordo precedente ci introduce ai due successivi. “Alla Conti Editore e alla Poligrafici Il Borgo l’elemento di novità è il Fondo sociale aziendale. In sintesi le aziende riconoscono da 6.000 a 10.000 euro per buoni pasto che la Rsu aziendale devolve a soggetti particolarmente bisognosi del territorio bolognese. Nel caso specifico, ne hanno usufruito, in questi anni, i senza fissa dimora di Piazza Grande”. Per tornare alle più tradizionali acquisizioni degli integrativi, il premio di risultato è, in entrambe le aziende, pari a 900 euro l’anno. Per Giulia Santoro, neo Segretaria Slc, l’importanza di tali accordi sta nel carattere aperto ed inclusivo che manifestano: “in tempi di crisi come questi – ci dice – usare la pressione che si esercita in azienda per contribuire a definire un nuovo sistema di welfare, non è solo impellente. E’ semplicemente necessario. Così come guardare alla questione dei lavoratori in appalto come nodo dirimente e non più rimandabile”. Restano i metalmeccanici. E qui ogni pretesa di completezza svanisce rispetto al gran numero di accordi aziendali.

Lo stesso Segretario Fiom, Alberto Monti, ha della contrattazione acquisitiva un’interpretazione particolare: “per noi ogni intervento che in azienda migliora la condizione dei lavoratori è acquisitivo: e tentiamo di incidere in ogni situazione in cui abbiamo iscritti e possibilità”. Per inciso, sono 1.600 le aziende in cui la Fiom ha iscritti a Bologna. La priorità, per Monti, è che “tutte le piattaforme e gli accordi debbano essere votati e sottoposti, tramite il referendum, al giudizio dei lavoratori. E’ così in ogni situazione, dalla più piccola a quelle in cui la presenza delle Rsu permette discussioni e decisioni più partecipate. Così è stato alla Gd, all’Ima, alla Bonfiglioli”.

Ma è evidente che, in questo caso, per dare l’idea della contrattazione articolata metalmeccanica è necessario avere altro spazio da recuperare in una successiva indagine. Tuttavia un accordo, quello siglato alla Lamborghini e al terzo anno di vigenza applicativa, ci dà la possibilità di guardare alla particolarità della contrattazione dei meccanici bolognesi. Nell’azienda di Sant’Agata Bolognese, 1.100 lavoratori (di cui 100 assunti con l’accordo che stiamo per descrivere), proprietà del gruppo Audi-Volkswaghen, che dalla propria provenienza fa scaturire l’idea di un modello tedesco che si starebbe sperimentando in Emilia nelle relazioni sindacali, è stato siglato un integrativo nel 2012 e che avrà effetti fino al 2015.

Vediamo i punti forti dell’intesa: commissioni tecniche bilaterali azienda-Rsu su sicurezza del lavoro e formazione; un limite all’utilizzo con plus retributivi e percorsi di stabilizzazione, dei lavoratori a termine; incremento al 50 per cento dell’indennità per congedi parentali; per quanto riguarda l’astensione facoltativa per maternità, l’azienda si impegna ad aggiungere un 20% del salario al 30% garantito dall’Inps; infine il premio di risultato: 1.500 euro per il 2012, 1.700 per il 2013; 1.900 per il 2014. Si aggiunge a questo, da settembre 2013, un superminimo collettivo pari al 2 per cento della busta paga della 14° mensilità, cui si andrà a sommare un ulteriore 2,6 per cento a decorrere dal gennaio 2015. Un punto su cui Eugenio Martelli, che ha condotto per la Fiom la trattativa, si sofferma è la distanza dei rapporti sindacali che si sono stabiliti in Lamborghini rispetto al modello Marchionne-Fiat.

Un punto ci pare emblematico: la Lamborghini ha accettato paletti più rigidi sui lavoratori a tempo determinato e contratti di somministrazione (le due tipologie, assieme, non potranno superare il 10 per cento degli addetti a tempo indeterminato). C’è una graduatoria per le stabilizzazioni con diritto di precedenza ed una indennità di 150 euro in caso di mancata conferma, per ognuno dei mesi passati in azienda. Sono solo alcune delle misure di un accordo importante ma che per Martelli brilla particolarmente per una questione: la percentuale di votanti a favore, nel referendum che è seguito alla stipula dell’accordo (93 per cento) e il fatto, che con questo integrativo, si è introdotto il vincolo per l’azienda di prendere in considerazione solo la piattaforma approvata dalla maggioranza dei lavoratori e di sottoscrivere solo gli accordi che gli stessi lavoratori abbiano votato.