Il drammatico andamento della disoccupazione nel nostro paese rischia di non avere nessun freno e di peggiorare ulteriormente nel corso del 2013, l'attuale soglia di disoccupazione nazionale complessiva è destinata a crescere sensibilmente. La Regione Emilia Romagna e il territorio di Bologna registrano un continuo aumento di disoccupati e di lavoratori che sono a scadenza degli ammortizzatori sociali e prossimi ad entrare in mobilità e quindi in disoccupazione.

I dati dell'Osservatorio sulla crisi della Cgil di Bologna, incrociati con quelli dei Centri per l'Impiego della Provincia, rivelano che sono oltre 80.000 i lavoratori sul territorio alla ricerca di un lavoro. Di questi, il 60% sono sopra i 45 anni, 25.000 hanno meno di 35 anni e circa 60.000 sono iscritti alle liste dei Cpi da oltre un anno. Bologna si sta avvicinando a un tasso di disoccupazione strutturale prossimo al 6%, un record negativo storico per il territorio, soprattutto perché la prospettiva è di un ulteriore peggioramento.

"Ci dobbiamo preparare a gestire una delicatissima fase sociale – avverte la Cgil locale –, che vedrà purtroppo un incremento ulteriore delle persone alla ricerca di un posto di lavoro che abbia una consistenza nel tempo. Infatti, gli avviamenti al lavoro nel corso del 2012 (che sono stati circa 150.000) sono improntati al rapporto di lavoro a tempo determinato, della durata media di circa 3-4 mesi. Ben l'89% delle persone sono state assunte dalle imprese con un rapporto di lavoro a tempo determinato, intermittente, in collaborazione, a progetto, i dati ci dicono che sono triplicate le partite iva. Solo l'11% ha potuto accedere a un rapporto di lavoro a tempo indeterminato".

"In relazione alla riforma Fornero, c'è stata la conferma concreta di quanto abbiamo sempre sostenuto – continua la Cgil bolognese –: da un lato, non ha creato il benchè minimo sussulto nella crescita dei posti di lavoro, in particolare rivolta ai giovani; dall'altro, ha contribuito al dilagare delle forme più aleatorie di rapporto di lavoro, aumentando sensibilmente l'uso dei contratti atipici e delle partite iva fasulle. Neanche le recenti leggi regionali sull'apprendistato e l'incentivazione alle imprese che assumano a tempo indeterminato hanno modificato l'andamento delle politiche di assunzione, che restano fortemente improntate alla costituzione di rapporti di lavoro ricattabili e flessibili".

"L'inefficacia degli strumenti messi in campo dal governo producono un ulteriore pernicioso riscontro a danno dei disoccupati e quindi dei più deboli all'interno del mercato del lavoro, infatti nell'ultimo atto del governo Monti sulla legge di stabilità non c'è copertura finanziaria, attraverso l'Inps, sul mantenimento dell'iscrizione alle liste di mobilità per coloro che hanno perso il lavoro nelle realtà al di sotto dei 15 dipendenti. Ciò comporta, ad esempio a Bologna, una ricaduta che oggi riguarda oltre 7.500 lavoratori che sono destinati a crescere per effetto della crisi e che non potranno usufruire dell'aiuto che le liste di Mobilità consentono con gli sgravi contributivi a vantaggio delle imprese che assumono dalle liste stesse. La grave lacuna lasciata dal Governo di fatto toglie uno strumento molto utile a chi ha perso il lavoro per trovarne un altro", prosegue la Cgil.

"Considerando, poi, gli effetti dei licenziamenti per ragioni economiche, che hanno superato, dall'entrata in vigore della legge Fornero (luglio 2012), gli oltre 120 lavoratori licenziati presso la Dtl di Bologna, anche su questi si determina l'impossibilità di iscriversi alle liste di Mobilità e quindi di ottenere gli aiuti necessari per essere riassunti. Un vero e proprio disastro, al quale occorre porre rimedio se si vuole evitare un incremento esponenziale dei disoccupati di lunga durata, per questo occorre intervenire nei confronti del  Governo per aggiustare i contenuti della legge di Stabilità, introducendo le coperture necessarie per l'ottenimento dei benefici delle liste di Mobilità per decine di migliaia di lavoratori che rischiano di essere esclusi, disoccupati e dimenticati", conclude il sindacato bolognese.