La nuova proposta di compromesso sul bilancio pluriennale comunitario 2014-2020, che il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy ha presentato ai capi di Stato e di governo al vertice Ue di Bruxelles, contiene "segnali di attenzione" nei riguardi delle esigenze italiane, ma giudicarla ora sarebbe ancora "prematuro", la valutazione è in corso. Lo ha affermato il capo del governo, Mario Monti, all'uscita dal Consiglio europeo ieri notte, dopo la fine della sua prima sessione.

Quella presentata da van Rompuy è una nuova bozza che cerca di venire incontro alle proteste di Italia e Francia contro i tagli alla politica agricola e ai fondi di coesione, ma sembra aver davanti una vita difficile. Rispetto alla prima bozza, presentata 10 giorni fa, la nuova proposta di compromesso distribuita ieri notte aumenta di 11 miliardi di euro i finanziamenti per le politiche di coesione (fondi per le regioni in ritardo di sviluppo e fondo sociale), e di 7,7 miliardi i fondi per la politica agricola comune. Rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, il taglio per la coesione sarebbe di 18,5 miliardi (invece dei 29,5 miliardi proposti nella prima bozza di compromesso), mentre la riduzione a carico della Pac sarebbe di 7,8 miliardi (invece che di 25,5). E' una buona notizia per l'Italia, anche se resta da vedere quale sarebbe l'effetto di questi aumenti sul saldo netto nazionale.

Il tetto di spesa complessivo per il bilancio pluriennale resterebbe comunque fissato a 973 miliardi di euro, l'1,01% del prodotto nazionale lordo dell'insieme dell'Ue, come nella prima proposta Van Rompuy. Questo perché verrebbero aumentati i tagli in altre voci del bilancio comunitario. Vi sarebbero soprattutto 13 miliardi di riduzione (da aggiungere agli 11,6 già proposti nella prima bozza, totale: -24,6 miliardi) al capitolo 'Competitività': si tratta dei programmi di ricerca e sviluppo tecnologico, del programma Galileo e della 'Connencting Europe Facility', un piano di investimenti per le reti di trasporti, energia e telecomunicazioni (in questo caso specifico la riduzione sarebbe di 5 miliardi, da aggiungere a 4 miliardi già proposti, totale: -9 miliardi).

La nuova bozza Van Rompuy non tocca, invece, le spese amministrative delle istituzioni europee, e in particolare gli stipendi dei funzionari. Ma, propone comunque di aumentare l'orario di lavoro degli stessi funzionari da 37,5 ore a 40 ore settimanali, senza aumentare gli stipendi.

Le posizioni tra i governi "sono troppo lontane", quindi "non vedo come si possa trovare un accordo" anche perché "Van Rompuy ha poco margine di manovra", ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. "Dubito che troveremo un accordo", ha concordato la cancelliera Angela Merkel.

Monti è molto cauto. L'Italia, infatti, non esiterebbe a bocciare la proposta se la giudicasse "significativamente insoddisfacente"; e "non sarebbe un dramma" se questo vertice si concludesse senza un accordo dei Ventisette al primo tentativo, è già successo altre volte.

Il Consiglio riprenderà oggi a mezzogiorno in sessione plenaria, per dare il tempo alle delegazioni nazionali di esaminare il testo. "Van Rompuy - ha detto Monti ai cronisti - ha distribuito una nuova proposta, la stiamo valutando, ci sono molti dettagli importanti" da esaminare. "Il volume totale del bilancio - ha notato - resta invariato. L'Italia era tra i paesi favorevoli a lasciarlo invariato, mentre altri paesi volevano ridurlo ulteriormente".

"Notiamo - ha sottolineato il premier - segnali di attenzione sul fronte delle politiche di coesione e della politica agricola comune, rispetto alle considerazioni fatte valere dall'Italia. Tuttavia, dare un giudizio adesso sarebbe prematuro". Quanto alla possibilità che il vertice si chiuda oggi con un accordo, Monti ha osservato: "si può, ma non è detto che ci si riesca e non sarebbe un dramma non riuscirci: questo è un negoziato molto complesso, che avviene ogni sette anni, e credo non sarebbe la prima volta che non si chiuderebbe al primo tentativo. E' una decisione che deve essere presa all'unanimità, quindi occorre che siano d'accordo tutti i paesi", ha ricordato. Oggi, quindi, ha concluso, "vogliamo recuperare" le posizioni perse.