Complessivamente sono stati recuperati 21 milioni di euro per conto degli oltre 4.300 lavoratori assistiti a Bergamo nell’arco del 2016 per mancati pagamenti, spettanze e diritti al risarcimento, riconoscimento dei diritti lesi, recuperi da INPS e fallimenti: anche quest’anno gli Uffici Vertenze di Cgil, Cisl e Uil provinciali propongono una lettura della crisi del mondo del lavoro attraverso la lente del “vertenziere”, mostrando l’andamento dei contenziosi individuali nel territorio orobico.

“L’attività complessiva dei nostri Uffici Vertenze (coi loro 25 operatori) è diminuita rispetto all’anno precedente (-10,7%) - hanno spiegato i tre responsabili degli uffici, Carmelo Ilardo per la Cgil, Salvatore Catalano per la Cisl e Claudio Lodi per la Uil - la causa della riduzione è da ricercare nel calo del numero degli occupati, ma anche nel timore crescente di far valere i propri diritti e dunque di aprire un contenzioso. Ma un terzo motivo forse - hanno aggiunto - è da individuare nelle nuove regole sul mercato del lavoro introdotte dagli ultimi governi”.

Anche il numero dei fallimenti è in diminuzione e di conseguenza le persone seguite per vertenze ad essi legate (–15,3% rispetto al 2015). L’attività degli Uffici Vertenze, infatti, è principalmente destinata a lavoratori che non vantano più un rapporto di lavoro in essere con il datore verso cui la vertenza viene instaurata. La competenza nella gestione delle vertenze dei lavoratori ancora in costanza di un rapporto di lavoro spetta, invece, ai sindacati di categoria. 

Dai dati delle tre strutture confederali emerge, negli anni, la prevalenza delle vertenze legate al mancato pagamento dello stipendio e del trattamento di fine rapporto (Tfr): nel 2016 queste irregolarità sono state alla base dell’apertura del 71% delle pratiche, rispetto al 65% del 2015. La crisi si è tradotta e manifestata, dunque, con molta forza nel mancato pagamento delle retribuzioni e delle liquidazioni, soprattutto nei settori del commercio e dei servizi e a seguire in quello meccanico e dell’edilizia”.

A rivolgersi agli Uffici Vertenze di Cgil, Cisl e Uil sono soprattutto gli uomini di nazionalità italiana, operai con contratto a tempo indeterminato. Ma, fanno notare i tre responsabili, si registra un “aumento in percentuale delle donne che decidono di avviare vertenza: nel 2016 sono state il 42 %, nel 2015 erano state il 40% e l’anno precedente il 39%. Questo fenomeno può essere parzialmente spiegato con il maggior coinvolgimento nel contenzioso individuale dei dipendenti del settore del commercio e dei servizi, che per la maggior parte impiega donne”.