Circa un centinaio di lavoratori della Basell di Terni, insieme a rappresentanti delle aziende dell’indotto chimico umbro, stanno tenendo un presidio a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico, dove in questo momento è in corso un riunione con le istituzioni dell’Umbria, i sindacati, il governo e l’azienda. “Il tavolo è stato convocato per verificare eventuali sviluppi sulla vendita dell’impianto di Terni, ipotesi da cui la Basell non vuole recedere”, spiega a rassegna.it uno dei lavoratori presenti al sit-in, Daniele Longhi.

“Aspettiamo e vedremo se arrivano novità sulla cessione, intanto restiamo qui con altri lavoratori delle aziende del polo chimico”. Gli addetti della fabbrica principale sono 120, ma con l’indotto si arriva a circa un migliaio di posti a rischio. Per questo, insieme agli operai della Basell, al sit-in odiermo ci sono le Rsu di altre aziende come la Meraklon e la Treofan, che trasformano la plastica di base della Basell, ma anche di Novamont ed Edison.  “A Terni Basell chiude, ci toglierete il lavoro, non la nostra dignità” recita uno dei cartelli portati oggi a Roma dall’Umbria.  Non è la prima protesta in piazza di questi lavoratori, che già lo scorso 25 marzo hanno occupato la stazione ferroviaria di Terni.