"Wikileaks andrà avanti. Anche quando sono stato arrestato, è riuscita a non fermarsi diffondendo altri file top secret". Lo afferma il fondatore, Juliane Assange, in un'intervista in edicola domani (2 marzo) sull'Espresso.

"È un'organizzazione robusta, ma ovviamente se riuscissero a togliere di mezzo il fondatore e la persona più nota a livello pubblico, anche Wikileaks subirebbe parecchi danni. Io credo che la struttura operativa del gruppo sia solida: anche senza di me, potrebbe sopravvivere per almeno un paio di anni. Forse non con lo stesso vigore, ma trasmettendo comunque l'immagine di un'istituzione che non si piega".

Secondo le anticipazioni, Assange si sofferma poi sui "nemici" di Wikileaks. "Abbiamo contro una lista di entità potentissime - dice -, irritate per le cose che abbiamo smascherato sul loro conto negli ultimi due anni. Quei potentati stanno facendo di tutto per eliminarci: cause legali, manovre politiche, campagne mediatiche e il blocco delle donazioni. Ciascuno di questi problemi va affrontato singolarmente. Richiede moltissimo lavoro, ma ritengo che, ad oggi, noi abbiamo vinto: siamo riusciti a pubblicare la maggior parte del materiale più significativo che avevamo raccolto".